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Calcio, come l’Europa ha gestito l’emergenza

Antonello Fallanca di Antonello Fallanca
Giugno 13, 2020
in Sport
Tempo di lettura: 4min read
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I campionati di calcio di tutta Europa si sono dovuti fermare a causa dell’emergenza Coronavirus. A dire il vero, quasi tutti. Perché in Biolorussia la Vyšėjšaja Liha non si è mai fermata, anzi ha approfittato della sosta obbligata dei tornei più prestigiosi in Europa, per cedere i diritti Tv a dieci Paesi, tra i quali Russia e India. Il Belgio, invece, è stato il primo Paese europeo a dichiarare conclusa la Jupiter Pro League con l’assegnazione del titolo al Bruges, campione per la sedicesima volta nella storia. Il Gent secondo è approdato ai playoff di Champions League; a retrocedere dalla prima divisione sarà il Waasland-Beveren mentre per la promozione dalla seconda è probabile lo spareggio tra le due finaliste, OHL e Beerschot.

Anche in Francia, aveva finito per prevalere la linea dura. La Ligue 1 era stata definitivamente sospesa dal ministro Edouard Philippe, e il titolo assegnato al Paris Saint Germain che al momento della sospensione era in testa alla classifica con 12 punti di vantaggio sul ed una partita in meno sull’Olympique Marsiglia, secondo a 56 punti. Sono stati ufficializzati anche tutti gli altri verdetti, per cui PSG, Marsiglia e Rennes parteciperebbero alla Champions League 2020/21, Lille, Reims e Nizza disputerebbero l’Europa League, Amiens e Tolosa sarebbero retrocesse in Ligue 2, mentre Lorient e Lens promosse nella prima divisione. Eppure, a sentire la Uefa, se la Francia vuole tornare a giocare può farlo, anche disputando solo dei playoff, purché entro il 2 agosto si chiuda tutto. Interpellata da “Le Parisien”, la Uefa ribadisce la sua posizione dopo la lettera inviata da Aleksander Ceferin a Jean-Michel Aulas, presidente del Lione. “È competenza delle Federazioni nazionali decidere il formato delle loro competizioni, tenendo conto delle circostanze e delle misure restrittive specifiche per ciascun Paese”, fanno sapere da Nyon, ribadendo le perplessità sulla decisione assunta a suo tempo dalla Francia di fermare definitivamente il campionato, una scelta anche oggi considerata “prematura”. Contro lo stop alla Ligue 1 hanno fatto ricorso Lione, Amiens e Tolosa e il Consiglio di Stato dovrebbe pronunciarsi a riguardo. Il Lione, inoltre, ha integrato il ricorso proponendo di ripartire direttamente con i playoff visto che non ci sarebbero i tempi per completare le dieci giornate in sospeso entro quel 2 agosto oggi indicato come termine ultimo.

In Olanda, dove l’Eredivisie era stata sospesa quasi contemporaneamente alla Ligue 1 francese ed il premier Rutte aveva inizialmente bloccato tutti gli eventi sportivi fino a settembre, regna il caos gravato ulteriormente dal rischio ricorsi. Lo scorso 24 aprile la federazione olandese KNVB, dopo aver scartato a priori l’opzione “solo promozioni”, ha decretato d’imperio il definitivo stop del calcio professionistico per la stagione in corso. Nel contempo la federazione orange non essendo riuscita in “conference call” a raggiungere un accordo con i rappresentanti dei teams di Eredivisie e della Seconda Divisione sui criteri da applicare per promozioni e retrocessioni, ha congelato entrambe le classifiche e non ha assegnato il titolo, stabilendo solo i posti per le coppe europee: Ajax in Champions (migliore differenza reti – il coefficiente che sarà assegnato potrebbe determinare se giocherà i playoff o andrà subito ai gironi), AZ Alkmaar al secondo turno preliminare.

Anche la Scozia ha decretato, qualche giorno dopo l’Olanda, lo stop definitivo della Scottish Premier League. Il Celtic Glasgow campione in Champions League, il Rangers in Europa League insieme al Motherwell. Per quanto riguarda la zona retrocessione, invece, Hamilton e Hearts andrebbero in Championship, dalla quale sarebbe promosso il Dundee United. Infine per quanto riguarda League 1 e League 2, le promozioni riguarderebbero il Raith Rovers e il Cove Rangers. Calcio fermo definitivamente anche in Lussemburgo e a Cipro, mentre le Far Oer hanno appena ripreso a giocare.

In piena conformità alle altre politiche di riapertura del Paese, la Germania ha fatto da battistrada per la ripresa del calcio giocato. Il 16 maggio scorso, dopo l’approvazione di un particolare protocollo, la Bundesliga è stato il primo campionato tra i top europei a ripartire dopo l’emergenza sanitaria, ovviamente con le partite disputate a porte chiuse e un Bayern Monaco che continua a imperversare, imponendosi anche sulla rivale Borussia Dortmund e consolidando il vantaggio sul RB Lipsia.

In Spagna il premier Pedro Sanchez, il 23 maggio ha annunciato che “con l’approvazione del Consiglio superiore dello sport, è stato dato il via libera per il campionato di calcio professionistico che si terrà di nuovo dall’8 giugno”. La Liga è tornata in campo in settimana, con prima partita Betis – Siviglia giovedì 11. Anche in questo caso, ovviamente a porte chiuse.

In Inghilterra la Premier League ha chiuso i battenti venerdì 13 marzo ma il governo ha già dato il via libera per la ripresa delle competizioni sportive e filtra ottimismo per quanto riguarda la data del 17 giugno come possibile giorno per la ripartenza, sempre a porte chiuse. Nel frattempo da mercoledì 27 maggio le squadre di Premier League sono state autorizzate a riprendere gli allenamenti collettivi, nel rispetto del protocollo sanitario che prevede tra le altre cose l’utilizzo delle mascherine durante gli allenamenti e l’obbligo di disinfettare le attrezzatture, pallone compreso, prima e dopo l’uso. Nel caso in cui un giocatore risultasse positivo verrebbe subito isolato, senza però costringere tutta la rispettiva squadra alla quarantena, per permettere il normale svolgimento delle competizioni. I 1008 tamponi eseguiti su altrettanti giocatori e staff delle 20 squadre di Premier League e riguardati la terza tornata di test al Covid-19 hanno evidenziato la positività di ulteriori 4 persone, prontamente isolati, che vanno ad aggiungersi agli 8 casi già riscontrati nei primi due turni di test, per loro solo una settimana di quarantena, mentre la quarta tornata non ha segnalato alcun ulteriore caso di positività. La classifica della Premier League comunque è ben definita con il Liverpool saldamente in testa con 25 punti di vantaggio sul Manchester City. Seguono Leicester, Chelsea e Manchester United. In coda West Ham, Watford, AFC Bournemounth, Aston Villa e Norwich City lottano per la permanenza nella massima serie.

Tags: BundesligaCampionato di calcioCoronavirusEmergenza coronavirusEredivisieLigaLigue 1Premier League
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