L’esplosione dell’ufficio di collegamento intercoreano ha spazzato le speranze di dialogo pacifico tra Pyongyang e Seul. La palazzina di Kaesong, costruita dopo il vertice del disgelo del 2018, è stata fatta saltare in aria dalle forze di Kim Jong-un dando seguito alle minacce di rappresaglia emerse nelle scorse settimane. L’episodio potrebbe segnare una nuova escalation di tensioni fra i due paesi.
Il governo sudcoreano nel settembre del 2018 aveva speso 8,6 milioni di dollari per allestire l’ufficio di collegamento, una quasi sede diplomatica che ospitava una ventina di delegati. Era il simbolo del dialogo tra le due Coree che, ricorda la Bbc, «sono tecnicamente ancora in guerra perché non è stato raggiunto un accordo di pace alla fine della guerra nel 1953». Ma già nei giorni scorsi Kim Yo Jong, sorella del leader di Pyongyang e tra i suoi principali consiglieri, aveva pensato ad un piano per distruggere «l’inutile ufficio di collegamento tra Nord e Sud». Un atto di rappresaglia per l’incapacità di Seul di impedire agli attivisti di far volare volantini di propaganda oltre il confine. E così è stato: il Ministero dell’Unificazione sudcoreano ha dato notizia che l’edificio è stato distrutto alle 14.49 locali.
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Si tratta della prima azione concreta, in una escalation nei rapporti che per ora era stata solo verbale, ma che promette di non finire qui. I media di regime nordcoreani hanno annunciato un piano per occupare la Zona smilitarizzata lungo il 38° parallelo che garantisce dal 1953 il cessate il fuoco tra Nord e Sud Corea. L’Esercito di Pyongyang si è detto pronto ad «eseguire ordini di muovere dentro le zone smilitarizzate e di trasformare la frontiera in una fortezza».
La Demilitarised Zone è una fascia larga 4 chilometri e lunga 248 che contiene campi minati con almeno 2 milioni di ordigni sotterrati e pronti a esplodere, filo spinato, muri anticarro ed è presidiata ai margini da centinaia di migliaia di soldati e postazioni d’artiglieria. Al suo interno però regna di solito la calma, perché gli accordi di tregua vietano la presenza di truppe. Spostare reparti dentro la fascia lungo il 38° sarebbe una violazione gravissima del cessate il fuoco e distruggerebbe il sogno di distensione militare del presidente sudcoreano Moon Jae-in che nel 2018 aveva cominciato a far smantellare le torri di guardia ai margini con l’obiettivo di convincere Kim a convertire l’area di guerra fredda in simbolo di convivenza pacifica.