Non è stato il vertice decisivo, per quello bisognerà aspettare luglio, ma sul tavolo del Consiglio europeo sono stati messi gli aspetti positivi e i punti critici del Recovery Fund (ribattezzato dalla Commissione europea Next Generation Eu, per suggerire lungimiranza nel giudizio), il piano di 750 miliardi di euro per uscire dalla crisi economica e sociale causata dalla pandemia di coronavirus. «Sul Recovery fund e il bilancio c’è un consenso emergente ma allo stesso tempo non dobbiamo sottostimare le differenze di visione sui diversi punti. È necessario continuare la discussione». È la sintesi del presidente del Consiglio Ue Charles Michel che rinvia la decisione finale ad un nuovo vertice fissato per metà luglio.
Per il premier Giuseppe Conte «la proposta della Commissione è equa e ben bilanciata». «Il Consiglio europeo – afferma Conte – deve essere all’altezza della sfida. Non con un compromesso, ma con una decisione politica ambiziosa». Il premier sottolinea che «sarebbe un grave errore scendere al di sotto delle risorse finanziarie già indicate La combinazione tra prestiti e sussidi è ben costruita, anche i tempi sono molto importanti. Dobbiamo assolutamente chiudere l’accordo entro luglio e dobbiamo assecondare gli sforzi della Commissione di rendere disponibili alcune risorse già per quest’anno».
Da parte sua la cancelliera tedesca Angela Merkel ha messo tutto il suo peso politico sul tavolo affermando che l’Unione europea sta affrontando la recessione più grave dalla Seconda guerra mondiale e ha tutto l’interesse a varare il Recovery Plan entro la fine dell’estate. Fare in fretta dunque, e per questo la cancelliera ha chiesto un vertice fisico a Bruxelles al più presto per chiudere la partita. Fa lo stesso Emmanuel Macron, che chiede di chiudere l’accordo entro luglio per mandare il segnale giusto a cittadini e mercati finanziari.
Le istituzioni sono sulla stessa linea. Nell’intervento che ha aperto il summit, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha affermato che «la portata della crisi sanitaria e le sue ripercussioni economiche sono diventate ancora più evidenti: il tempo è un lusso che non possiamo permetterci, dobbiamo agire con urgenza e coraggio, perché i cittadini, le imprese e le economie dell’Unione hanno bisogno di una risposta immediata». Gli ha fatto eco la numero uno della Commissione europea, Ursula von der Leyen, autrice della proposta del Recovery: «Il nostro pacchetto aiuterà l’Europa per una ripresa resiliente, sostenibile e digitale, ora dobbiamo unire i nostri sforzi, non è consentito alcun ritardo».
Attacca invece il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz: «Il Recovery Fund non deve aprire la strada a un’unione del debito, deve esserci un limite di tempo e si deve discutere su chi paga quanto, di chi beneficia di più e di quali condizioni vincolano gli aiuti». Il fronte dei Paesi contrari al Recovery Fund– Austria, Olanda, Svezia e Danimarca – comunque sembra meno compatto, tanto che il premier olandese Mark Rutte nel suo intervento afferma di «guardare con favore lo spirito con il quale il governo italiano lavora alle riforme da finanziare con i fondi europei».