Elezioni come soluzione preferita, ma difficile. Berlusconi esce allo scoperto e immagina una nuova maggioranza per il dopo Conte: «Fra l’ipotesi di tenerci per altri due o tre anni il governo Conte, con i Cinque Stelle come “azionisti di riferimento” e quella di avere un governo diverso, più autorevole, più credibile in Europa e nel mondo, che faccia una politica adeguata per uscire dalla crisi, che sia più in sintonia con la maggioranza degli italiani, io dico che vale la pena almeno di pensarci». Insomma, quei sospetti che già nutrivano i leader di Lega e Fratelli d’Italia nei confronti del Cavaliere, di uno smarrimento di Forza Italia verso una linea più soft, più europeista, per esempio favorevole al Mes, si sono materializzati come d’incanto.
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Un cambiamento che già era nell’aria. Già durante l’emergenza ha offerto collaborazione, espresso solidarietà, ha incitato il premier e i suoi ministri a proseguire nella difficile azione intrapresa per contenere il coronavirus. «Noi siamo responsabili verso le istituzioni e verso gli italiani, lo saremmo verso qualunque esecutivo governasse il paese in un’emergenza. L’emergenza è il momento della collaborazione, non delle polemiche. Sono lieto che il Presidente Conte lo apprezzi, mi piacerebbe però che al di là della cortesia personale la sua maggioranza desse seguito ad un rapporto di vera e non soltanto formale collaborazione con l’opposizione. Fin qui, forse per il veto dei Cinque Stelle, hanno voluto fare tutto da soli. Si potrebbe dire che questa maggioranza è troppo debole per accettare la nostra collaborazione. Ma così si fa il male degli italiani».
Nuovi assetti sono, dunque, alle porte. «Se molti parlamentari si rendessero conto della necessità di anteporre all’interesse personale o all’appartenenza di partito il bene collettivo, se alcune forze politiche fossero disponibili a dare vita a un governo diverso e migliore di questo, forse sarebbe il caso di parlarne», ha detto il leader di Forza Italia in una intervista al Giornale. Berlusconi non si smarca dagli alleati, anzi lancia un appello per l’unità: «Il centrodestra potrebbe ragionarne insieme e insieme decidere come comportarsi». Ma è chiaro che già il fatto di prevedere ipotesi subordinate indebolisce la richiesta del voto ad ogni costo se il governo andasse in crisi. E conferma implicitamente che i contatti fra Forza Italia e settori della maggioranza per verificare possibili convergenze, per esempio su una legge elettorale integralmente proporzionale, vanno avanti.
«No, i dibattiti surreali sulla legge elettorale, sul Mes e sui giochini non mi appassionano. E sono sicuro che il centrodestra sarà compatto». Così il leader della Lega Matteo Salvini ha risposto a chi gli ha chiesto se teme un’intesa tra Forza Italia, Pd e 5 Stelle su legge elettorale e Mes, con Berlusconi che apre a un nuovo governo con i giallorossi. «La via maestra è il voto» ha poi ribadito Salvini, a margine di una visita al gazebo della Lega allestito, stamani, all’esterno del centro commerciale Portello a Milano. «Non temo un’intesa Fi-Pd-5S su legge elettorale e Mes, ma i cantieri fermi sulle autostrade, che fanno perdere ore ai cittadini in coda e le cartelle in partenza da Equitalia».