Il negoziato su Recovery Fund è in una «fase di stallo». Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante una pausa dei lavori a Bruxelles sottolineando come il confronto con gli altri Paesi europei si stia dimostrando più complicato del previsto: «Serve risposta solida e robusta – ha ribadito il premier durante la diretta Facebook dal Consiglio Europeo – Sono tante questioni su cui stiamo ancora discutendo che non riusciamo a sciogliere».
La nuova proposta di compromesso portata sul tavolo dei leader dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel per far breccia nella resistenza dell’Olanda non è stata sufficiente per far crollare il muro dei Paesi “frugali”. Chiedono come condizione essenziale per il suo assenso che il via libera all’erogazione dei fondi ai singoli Stati sia condizionata all’unanimità del Consiglio Ue. Una richiesta definita per l’Italia come «inaccettabile», che non permette al momento di sbloccare un’intesa. E non sarebbe solo questo il nodo da sciogliere.
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«Ci stiamo confrontando duramente con l’Olanda e anche con altri Paesi frugali – ha detto Conte – che non condividono necessità di una risposta così consistente dei sussidi e mettono in discussione anche i prestiti. Stiamo cercando di far capire a tutti che non sono solo Italia, Spagna e Portogallo a giovarne ma l’intera Europa. In un’economia integrata dobbiamo tutti risollevarci per ripartire insieme competitivi e resilienti. Dobbiamo competere nello spazio globale con Cina e Stati Uniti e al più presto. Le lacerazioni del tessuto sociale produttivo meritano rimedi».
Il premier ha auspicato «una sintesi perché è nell’interesse di tutti»: «Gli strumenti devono essere proporzionati alla crisi ed effettivi, cioé efficaci – ha sottolineato Conte -. La nostra risposta deve essere pronta, collettiva, solida, robusta. Per quanto riguarda “Next generation Ue”, non molti, ma pochi Stati, mettono in discussione l’ammontare dei sussidi. Poi ci sono degli aspetti procedurali per quanto riguarda le verifiche sull’esecuzione del programma, aspetti complessi che riguardano la distribuzione delle competenze tra commissione, consiglio e Parlamento».