Numeri sempre più allarmanti arrivano dagli Stati Uniti, dove sono stati superati i 150mila morti per Covid-19. Mercoledì gli Usa hanno registrato un morto di coronavirus al minuto. I decessi sono stati 1.461, il dato più elevato dal 27 maggio, quando le vittime furono 1.484. Il tasso di crescita è il più elevato degli ultimi due mesi ed è in forte aumento da undici giorni a questa parte. Picchi di infezioni si registrano in Arizona, California, Florida e Texas. Quest’ultimo è lo stato più colpito, con 4.300 morti. Seguono Florida (2.900) e California (2.700).
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Ma una delle grandi leggende che circolano attorno al Covid negli Stati Uniti è che, a fronte di un alto numero di contagi ci sia un numero relativamente basso di decessi. Le cose però non stanno proprio così. A spiegarlo è la matematica tramite l’articolo di Newsweek: «A più di sei mesi dallo scoppio del coronavirus negli Stati Uniti, gli americani stanno morendo di Covid-19 ad un tasso 17 volte superiore a quello dell’Unione europea e del Canada».
Ogni giorno in Usa muoiono in media circa 3 persone per milione, secondo i dati raccolti da Our World Data. E questo vuol dire che la mortalità è 17 volte superiore a quella dell’Unione europea, che vanta una popolazione superiore: parliamo di 446 milioni di abitanti contro i 328 milioni degli Stati Uniti. Ma in Ue la mortalità è più bassa: qui si registra meno di una morte giornaliera per milione (0,18 in media). In Canada, dove vivono circa meno di 38 milioni di persone, in media ogni giorno muore meno di una persona per milione (0,16 in media).
Gli Stati Uniti sono al quarto posto per mortalità tra le nazioni più colpite dalla pandemia di coronavirus, con 45,24 morti ogni 100mila persone. Secondo una analisi della Johns Hopkins University il Regno Unito è al primo posto con 68,95 morti ogni 100mila, seguito da Perù e Cile, rispettivamente con 57,58 e 49,05 morti ogni 100mila persone. Eppure la Casa Bianca continua a ribadire che in Usa c’è uno dei tassi di mortalità tra i più bassi dal mondo.