Gioca d’anticipo, Matteo Salvini. Quando l’audizione del presidente dell’Inps Pasquale Tridico in commissione Lavoro è stata fissata in via d’urgenza per domani a mezzogiorno il leader della Lega comunica la sospensione dei due deputati, Andrea Dara ed Elena Murelli, che hanno percepito il bonus da 600 euro previsto per le partite Iva in difficoltà a causa del lockdown. «Pur non avendo violato alcuna legge è inopportuno che parlamentari abbiano aderito a tale misura e per questa ragione abbiamo deciso e condiviso con i diretti interessati il provvedimento della sospensione», dice il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari.
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Entrambi i parlamentari sospesi sono due salviniani di strettissima osservanza che il segretario ha portato in Parlamento nel 2018. Andrea Dara, originario della provincia di Mantova, è un imprenditore nel settore tessile: risulta intestatario del 60% di una piccola azienda che produce calze. Consigliere comunale e poi vicesindaco a Castiglione, fino all’elezione alla Camera nel 2018. L’anno scorso ha denunciato redditi per 109.324 euro. Al partito, avrebbe spiegato che la richiesta di bonus sarebbe stata fatta dalla madre, che con lui gestisce l’azienda: «Comprendo la scelta del partito, mi assumo la responsabilità di quanto accaduto, anche se non sono stato direttamente io».
Murelli, invece, è piacentina di Podenzano: sul sito della Camera si definisce docente a contratto all’Università Cattolica e libera professionista specializzata in consulenze su finanziamenti europei per la ricerca e l’innovazione. Reddito dichiarato: 106.309 euro. È leghista dal 2001, nel 2009 esordisce nel consiglio comunale del suo paese, di cui è tuttora consigliera,e nel 2018 approda a Montecitorio. Capogruppo del Carroccio in commissione Lavoro, il 23 luglio scorso Murelli era intervenuta in Parlamento per attaccare l’esecutivo: «Pur di tenervi le poltrone importate il coronavirus». Poco prima, invece, aveva reso in aula quella che oggi appare quasi come una confessione: «Ancora piangiamo i nostri morti, ci siamo chiusi in casa tre mesi e abbiamo accettato l’elemosina dei 600 euro».