Da Venezia a Bari, sono 29 le città d’arte ad alta vocazione turistica che potranno accedere al nuovo contributo a fondo perduto per le attività commerciali dei centri storici che hanno subito un calo dei turisti a causa della crisi generata dal coronavirus. Un aiuto da oltre 500 milioni di euro fortemente voluto dal ministro per i Beni culturali e il Turismo, Dario Franceschini, nel decreto Agosto approvato lo scorso 8 agosto “salvo intese tecniche” dal Consiglio dei ministri e atteso a breve sulla Gazzetta Ufficiale.
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«Le città d’arte – ha sottolineato Franceschini – stanno particolarmente soffrendo della contrazione del turismo internazionale. È necessario sostenere chi vive e lavora in queste realtà, favorendo il più possibile la vitalità del tessuto commerciale». Il contributo a fondo perduto, spetta alle attività di impresa di vendita di beni o servizi al pubblico dei centri storici dei comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana che, secondo le ultime rilevazioni effettuate dall’Istat hanno registrato, prima dell’emergenza sanitaria, presenze di turisti stranieri in numero almeno tre volte superiore a quello dei residenti per quanto riguarda i capoluoghi di provincia e le città metropolitane, e per i comuni capoluogo di città metropolitana in numero pari o superiore a quello dei residenti.
L’elenco completo delle città d’arte coinvolte, realizzato in base al rapporto tra presenze di turisti stranieri e residenti, comprende: Venezia, Verbania, Firenze, Rimini, Siena, Pisa, Roma, Como, Verona, Milano, Urbino, Bologna, La Spezia, Ravenna, Bolzano, Bergamo, Lucca, Matera, Padova, Agrigento, Siracusa, Ragusa, Napoli, Cagliari, Catania, Genova, Palermo, Torino e Bari.
Per accedere al “fondo perduto” i soggetti che svolgono attività di vendita di beni o servizi al pubblico in forma imprenditoriale devono aver subito un calo del fatturato di almeno un terzo rispetto a quello del 2019. Le percentuali a loro volta variano a seconda del volume di ricavi o compensi dell’attività che richiede l’aiuto a fondo perduto e sono ridotte rispetto a quanto inizialmente previsto: 15% per chi è sotto i 400mila euro, 10% per chi ha ricavi o compensi superiori a 400mila euro ma inferiori a un milione di euro, 5% per chi è oltre il milione di euro.
L’importo massimo del contributo erogabile è fissato in 150mila euro e quello minimo in mille euro per le persone fisiche e in 2mila euro per gli altri soggetti diversi dalle persone fisiche. Questi importi minimi sono riconosciuti anche a chi ha avviato l’attività dopo il 1° luglio 2019. Attenzione, il bonus centro storici non potrà essere cumulato dai ristoratori con l’altro bonus previsto sempre dal decreto Agosto, ossia il contributo a fondo perduto per chi sostiene la filiera del Made in Italy.