L’Italia darà 11 milioni di euro alla Tunisia per rafforzare il controllo delle sue frontiere marittime. I fondi sono stati sbloccati dal ministero dell’Interno e sono il frutto di risparmi sul capitolo accoglienza migranti. La notizia è emersa nel corso della visita a Tunisi dei ministri dell’Interno e degli Esteri, Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio, accompagnati dai commissari europei Ylva Johansson e Oliver Varhelji.
Nello specifico, i fondi verranno utilizzati per la manutenzione delle motovedette, l’addestramento delle forze di sicurezza, radar ed un sistema informativo che allerterà tempestivamente la gendarmeria quando le imbarcazioni di migranti sono in mare in modo da bloccarle in acque tunisine. Ulteriori risorse dovrebbero arrivare dalla Commissione europea; su questo fronte però Tunisi lamenta ritardi e un eccesso di vincoli amministrativi. Il 70% di questi finanziamenti, infatti, sarebbero pronti ma inutilizzabili a causa di nodi burocratici.
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«È stato un incontro positivo con il presidente della Repubblica e con il capo del governo incaricato – ha detto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese – Abbiamo affrontato insieme una situazione di flussi migratori notevolmente aumentati verso le coste italiane. È un problema che va affrontato a livello europeo e la presenza dei commissari è la dimostrazione di come venga seguita attentamente ai massimi livelli la situazione della Tunisia e della cooperazione con i Paesi europei».
La crisi economica, con il Covid che ha fermato il turismo, la principale risorsa economica del Paese, ha fatto aumentare notevolmente gli sbarchi. Ma è l’instabilità politica il primo problema della Tunisia. Uscita con successo dalla rivoluzione dei gelsomini del 2011 che ha messo in fuga il dittatore Ben Alì, la democrazia tunisina è ancora instabile e debole: il premier incaricato Michichi, ministro degli Interni nel precedente governo, da alcune settimane sta provando a formare un governo.
Nel 2020 gli arrivi via mare, secondo l’Ansa, hanno toccato quota 15mila, quasi il quadruplo rispetto allo scorso anno. I tunisini sono la nazionalità più rappresentata, con 6.500 sbarcati. «Vogliamo continuare a lavorare insieme con la Tunisia – ha sottolineato invece Di Maio – per rafforzare il partenariato per lo sviluppo condiviso e intendiamo proporre un grande patto per la gioventù tunisina, un piano integrato con un focus particolare sui giovani». Il ministro degli Esteri italiano ha precisato che Roma «è pronta a far ripartire i programmi di cooperazione e a potenziarli, ma allo stesso tempo ci aspettiamo cooperazione piena per sgominare le organizzazioni di trafficanti e fermare le partenze irregolari».