Aumenta in Corea del Nord il potere di Kim Yo-jong, la sorella minore del leader nordcoreano Kim Jong-un, che ha assunto il controllo del dipartimento Organizzazione e orientamento del Comitato centrale, un’unità chiave del Partito dei Lavoratori ed è anche responsabile delle relazioni con la Corea del Sud e gli Usa. Lo ha rivelato il ministro della Difesa sudcoreano Jeong Kyeong-doo durante un’audizione parlamentare. La notizia aumenta i dubbi sul reale stato di salute del leader nordcoreano dopo che già nei mesi scorsi il dittatore era dato per morto o in condizioni gravissime dopo essere stato contagiato dal coronavirus.
La promozione formale sembra anche trascurabile, considerando che Kim Yo-jong, 32 anni, dal 2018 compariva immancabilmente alle spalle del fratello durante gli incontri internazionali e ha agito anche da inviata speciale in Sud Corea. Dopo gli studi all’estero, Yo-jong è tornata in Corea del Nord, dove si è laureata in informatica presso l’Università Kim Il-sung di Pyongyang, e nel 2007 ha iniziato a ricoprire i primi ruoli nel Partito del Lavoro di Corea, il partito dominante nel Paese. Nel 2011, dopo la morte del padre, ha aiutato il fratello nella sua transizione al potere e da allora è sempre stata al suo fianco. Come nel 2018 durante i Giochi olimpici invernali a Pyeongchang, in Corea del Sud. È stata definita da alcuni media internazionalo la “Ivanka Trump nordcoreana” per via dell’influenza su Kim.
Dal 2015 guida l’apparato di comunicazione di Pyongyang, che si chiama ufficialmente Dipartimento Pubblicità e Informazione, ma è più noto come Ufficio Propaganda e Agitazione. È lei che seleziona e fa diffondere le immagini del fratello Maresciallo, prima quelle dei test missilistici che spaventavano il mondo, dal 2018 quelle del leader in visita a fabbriche e fattorie in Nord Corea, poi negli ultimi mesi di nuovo quelle di lui ghignante di fronte alla scia di un missile lanciato verso l’oceano.
È anche direttrice del dipartimento che si occupa dei rapporti con la Corea del Sud. Non una posizione di poco conto visto l’inimicizia che corre tra i due Paesi da quando la penisola fu divisa in due nel 1945. Ha accompagnato il fratello durante gli storici incontri avvenuti con il presidente sudcoreano Moon Jae-in, che avevano segnato un’improvvisa tregua nel conflitto tra i due Paesi. Ma Kim Yo-jong si è fatta conoscere anche per aver distrutto i rapporti e raso al suolo l’ufficio di collegamento con Seul.
Ad ogni modo, l’aggressività e l’ostentazione bellica, caratteristiche tipiche della dinastia che guida la Corea del Nord dalla sua fondazione, sembrano appartenere a Kim Yo-jong tanto quanto appartengono al fratello. E ci si chiede che cosa sarebbe della Nord Corea se dovesse guidare lei un ipotetico dopo Kim Jong-un adesso che secondo il Korea Herald, un quotidiano di Seul, il leader nordcoreano sarebbe in coma. I timori sulle condizioni di salute precaria di Kim sono ricorrenti: ad aprile, ad esempio, si erano rincorse le voci su un intervento chirurgico d’urgenza per problemi cardiaci che avevano messo a rischio la sua vita, tanto che erano circolate speculazioni sul suo decesso. Il leader, invece, ricomparve nei media nordcoreane a causa dell’inaugurazione del primo maggio di un nuovo impianto di fertilizzanti.