La corsa al vaccino per il Covid-19 sembra vicina a una conclusione, perlomeno negli Stati Uniti. Come riportato dal New York Times, il Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) di Atlanta ha invitato gli uffici per la sanità pubblica degli Stati federati a prepararsi a ricevere, conservare e distribuire il vaccino contro il coronavirus ai lavoratori sanitari e alle categorie più a rischio tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. La tempistica ha sollevato dei dubbi sulla possibile politicizzazione del vaccino contro il coronavirus, che diverrebbe disponibile poco prima delle elezioni presidenzialo del 3 novembre.
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A metà luglio tre dei sei vaccini approvati dal progetto (Operation Warp Speed) lanciato dal governo per accelerare la ricerca di cure per il coronavirus sono entrati nella terza e ultima fase di sperimentazione. Una fase che non dovrebbe concludersi prima della fine di dicembre: sono queste le indicazioni fin qui fornite da quasi tutti gli esperti. Ma ora Anthony Fauci, il virologo della Casa Bianca e direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, dice che, se i test procederanno in modo molto positivo, l’authority da lui presieduta può autorizzare la conclusione anticipata della sperimentazione. «Se i risultati dei test clinici saranno “straordinariamente buoni” – ha specificato Fauci – ci sarà l’obbligo morale di interrompere la sperimentazione e rendere il vaccino attivo disponibile a tutti nello studio, compresi coloro che avevano ricevuto un placebo, e accelerare il processo per dare il vaccino a milioni di persone».
Gli avversari di Trump ovviamente sospettano un’operazione politica anche perché durante la convention del partito repubblicano lo scenario di una diffusione del vaccino in tempi brevi era stato evocato più volte dallo stesso presidente Trump e anche dalla figlia Ivanka che dal palco dell’evento aveva rimarcato con forza che il farmaco che sconfiggerà il Covid 19 «arriverà molto, ma molto presto». Sul piano politico ogni sospetto che l’accelerazione serva a mandare anche un messaggio agli elettori è lecito: fin qui, nonostante la retorica trionfalistica del presidente, la gestione governativa della pandemia è stata alquanto lacunosa. Col coronavirus che ha ripreso a diffondersi in estate (nelle ultime 24 gli Usa hanno registrato 1.067 morti di Covid-19) e l’emergere di nuovi focolai, Trump ha abbandonato ogni strategia di contenimento via lockdown: ora ripone tutte le sue speranze nel vaccino, visto che anche le cure da lui propagandate, dall’idrossiclorochina al plasma, sono risultate inefficaci.