Lotta all’evasione fiscale: è uno degli obiettivi che si è dato il governo Conte incentivando i pagamenti elettronici. Per dimostrare di avere credibilità a livello internazionale, con gli occhi della Ue a guardarci ora che affluiranno i 209 miliardi del Recovery Fund (tra prestiti e finanziamenti a fondo perduto), occorre ridurre di netto il peso dell’evasione fiscale che in Italia ammonta a circa 109 miliardi di euro all’anno. Così il governo con il piano cashback intende riconoscere un bonus a tutti i consumatori che dal primo dicembre acquisteranno con carte di credito e bancomat: fino a 300 euro all’anno per spese documentare fino a 3000 euro.
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Manca però un dettaglio fondamentale: l’adeguamento delle attuali tecnologie per permettere un dialogo tra pubblica amministrazione e istituti bancari da un lato e Agenzia delle Entrate dall’altro. Il presidente del Consiglio avrebbe chiesto agli operatori di settore — da Nexi a Sia, da Mastercard a Visa fino alle startup hitech — un nuovo impulso all’adeguamento tecnologico. Per far dialogare il sistema dei pagamenti con le amministrazioni dello Stato serve però un passo decisivo: cioè la rendicontazione delle transazioni attraverso sia la piattaforma PagoPa sia quelle bancarie ed il trasferimento delle informazioni all’Agenzia delle Entrate. Infine, bisogna avere il via libera da parte del Garante della privacy e della Corte dei Conti.
La misura prevederebbe anche un certo numero di operazioni per ottenere il bonus, in maniera tale da favorire anche pagamenti di piccoli importi. Per superare lo scoglio degli esercenti – contrari per le commissioni a loro giudizio troppo alte – ci sarebbero crediti d’imposta per le commissioni. Si abbassa anche la soglia dei pagamenti in contanti, sotto i duemila euro per tutto il 2021.