«La scuola riapre regolarmente il 14 settembre». Il premier Giuseppe Conte in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, insieme ai ministri Lucia Azzolina Paola De Micheli e Roberto Speranza spegne le polemiche sulla ripartenza dell’anno scolastico anche se alcune regioni nella loro discrezionalità e autonomia hanno deciso di posticipare il ritorno in aula. «Abbiamo lavorato intensamente alla riapertura delle scuole: quest’anno avverrà in un contesto nuovo e non facile che sfiderà tutto il sistema Italia. Ma grazie al nostro lavoro l’anno scolastico comincerà regolarmente e in piena sicurezza».
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«Ci sarà uno sforzo ulteriore da parte tutti – continua il premier – nessuno escluso, governo, regioni, dirigenti, studenti e famiglie. Per ripartire bene occorrerà uno sforzo collettivo, dobbiamo essere consapevoli che ci saranno difficoltà, affrontare qualche disagio. Mettiamo già in conto che ci saranno nuovi contagi a scuola». Il premier fa anche appello ai docenti e al loro ruolo centrale nella ripresa delle lezioni in presenza. «Abbiamo bisogno del vostro impegno per migliorare i ragazzi e la società. Dopo i medici e gli infermieri, i primi in trincea nella fase più acuta dell’emergenza, adesso diventerete voi il punto di riferimento a cui tutta la comunità nazionale guarderà per proteggere i ragazzi ed educarli». Si tratta di una nuova sfida. «Tutto passa dalla scuola. È una nuova sfida, un impegno di tutti. Il governo c’è: i responsabili degli enti locali ci sono. Siamo tutti coinvolti in questa sfida la vogliamo vincere tutti insieme».
Il premier ha definito il numero dei docenti in più che entreranno negli istituti scolastici: «In ruolo ci saranno altri 160 mila nuovi docenti e 77 mila insegnanti e amministrativi a tempo determinato». Non indica i tempi entro cui arriveranno maestri e professori e per ora degli 84 mila per cui c’è la copertura finanziaria, avranno una cattedra poco più di 22 mila e diverse migliaia resteranno precari per un anno ancora visto il ritardo delle immissioni in ruolo di alcune Regioni. «Sono già a disposizione – ha aggiunto – 2,4 milioni di banchi e verranno distribuite gratuitamente 11 milioni di mascherine. Mascherine che saranno obbligatorie negli ingressi e negli spostamenti, non quando si è seduti al banco».
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«La scuola è il luogo meno rischioso», assicura la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina durante la conferenza stampa. «Siamo certi che è stato giusto chiudere le scuole e che è necessario e doveroso riaprirle adesso. Abbiamo l’imperativo morale di restituire alle famiglie e agli studenti un pezzo di normalità, di speranza e di futuro». Secondo il ministro Azzolina, quindi il rientro sarà in sicurezza: «A scuola ci sono delle regole, delle misure sanitarie, ma anche adulti preparati — sottolinea —. L’unica via è garantire una grande alleanza con le famiglie. Dobbiamo essere tutti responsabili, anche fuori dalla scuola. La scuola ha bisogno di essere protetta il più possibile».
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È stato quindi il ministro della Salute a specificare cosa succederà in caso di alunni positivi: «Vogliamo provare a ricostruire la relazione tra scuola e salute: quando ci saranno casi positivi non lasceremo mai soli il nostro personale scolastico. Sarà la azienda sanitaria competente a fare valutazione del caso, con uso intelligente dei tamponi e se serve quarantena. Ora ricostruire un rapporto organico tra scuola e salute. L’Italia è un grande Paese e lo ha dimostrato, ed io sono convinto che lo sarà anche in questo altro passaggio che è la riapertura della scuola».
Infine è intervenuta la ministra dei Trasporti Paola De Micheli: «Le linee guide sul trasporto prevedono una parte sul trasporto programmato e dedicato, con lo scuolabus, organizzato da comuni e province, con la mascherina, anche in inverno finestrini il più possibili aperti», ha annunciato. «Poi gli scuola bus avranno i segnaposto, mai con la presenza oltre 80%, più bambini solo se il percorso sarà inferiore ai 15 minuti».