È ripresa la sperimentazione clinica del vaccino anti-Covid di AstraZeneca messo a punto dall’Università di Oxford e l’Irbm di Pomezia. I test erano stati interrotti mercoledì sorso dopo che un volontario aveva avuto una grave reazione avversa. L’indagine del Comitato indipendente, che aveva il compito di stabilire se era stato il vaccino a innescare la mielite traversa, si è conclusa in tempi record e, dunque, seguendo le raccomandazioni degli esperti e della Medicines Health Regulatory Authority (Mhra), l’ente regolatorio britannico che ha dato l’ok non rilevando problemi di sicurezza, la sperimentazione riprenderà in Gran Bretagna.
Il vaccino che AstraZeneca sta sviluppando anche con il contributo italiano (della Irbm di Pomezia) è il primo sul quale l’Europa e l’Italia hanno investito per far sì che le dosi arrivino il più rapidamente possibile nei Paesi dell’Unione. In Italia, prima dello stop di mercoledì, i primi lotti sarebbero dovuti arrivare a novembre. «La ripresa della sperimentazione del vaccino Astrazeneca è una buona notizia. Ma serve ancora tanta prudenza. La scienza è al lavoro per dare al mondo cure e vaccini efficaci e sicuri. Nel frattempo la vera chiave continuano ad essere i comportamenti di ciascuno di noi» ha commentato il ministro della Salute, Roberto Speranza.
L’azienda farmaceutica ha stimato che è ancora possibile avere il vaccino entro la fine dell’anno o all’inizio del 2021. L’amministratore delegato Pascal Soriot ha sottolineato che «un’interruzione della sperimentazione come questa non è anormale ma ha una grande risonanza mediatica dato l’interesse che c’è intorno a questo vaccino, considerato uno dei più promettenti al mondo».
Lo stop dell’arruolamento era avvenuto solo “temporaneamente” ed in via “precauzionale”. Ma era arrivata una durissima posizione da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità: «I Paesi non possono prendere scorciatoie. Solo perché parliamo di velocità e vastità dell’operazione non vuol dire che cominceremo a compromettere la sicurezza o a prendere scorciatoie. Medicine e vaccini che dovranno essere distribuiti alla popolazione devono essere testati per la loro sicurezza. Questa è la prima e più importante regola».
Ma proprio lo stop e la relativa comunicazione, veniva fatto notare dalla comunità scientifica, era ed è il segnale che lo studio è serio e i risultati trasparenti e che comunque intoppi del genere capitano in ogni trial. I dati iniziali sui test sono apparsi molto promettenti, con il vaccino in grado di produrre una robusta risposta immunitaria e solo deboli effetti collaterali. Vi era già stata una pausa prima dell’estate,«risolta alla fine senza problemi». Infatti, già un primo volontario aveva mostrato una reazione sospetta, poi dimostratasi non collegata al vaccino. Finora sono circa 18 mila i volontari che hanno ricevuto la somministrazione del vaccino nella sola Gran Bretagna. E adesso la sperimentazione può riprendere in piena sicurezza.