La Serie A riapre gli stadi. Dopo la fuga in avanti di alcune Regioni, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, assieme ai colleghi alle Autonomie, Francesco Boccia, e alla Salute, Roberto Speranza, ha aperto a un confronto e dato il via libera a una sperimentazione che permetterà a 1000 persone di andare allo stadio per le partite della massima serie. Il ministro Spadafora esulta e annuncia che l’obiettivo è quello di allargare il provvedimento a tutte le categorie e a tutti gli sport.
Da qui al 7 ottobre si lavorerà per trovare un piano condiviso tra governo e regioni in vista del prossimo Dpcm, anche in base alle valutazioni di Salute e Cts della curva epidemiologica, per definire una percentuale di ingresso che tenga conto della capienza degli impianti per ogni disciplina sportiva. Le ordinanze firmate dai presidenti delle Regioni Veneto e Lombardia, che avevano seguito l’esempio dell’Emilia Romagna dopo il via libera del ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, all’ingresso dei tifosi al Foro Italico dalle semifinali degli Internazionali di tennis, ad esempio, prevedono l’accesso di 1.000 persone negli impianti all’aperto e 700 in quelli al chiuso, nei quali sia possibile la preassegnazione dei posti a sedere.
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«Il mio obiettivo è quello di consentire la partecipazione del pubblico per tutti gli sport e per tutte le categorie, arrivando a definire un protocollo unico che preveda una percentuale di spettatori in base alla capienza reale degli impianti – ha commentato il ministro Spadafora – L’impegno che ci siamo presi durante l’incontro è quello di metterci subito al lavoro su questo. Occorre mantenere cautela, rigore e attenzione per riaprire bene, gradualmente, e non essere costretti a chiudere di nuovo. Il quadro epidemiologico a livello europeo non è incoraggiante, noi dobbiamo stare attenti ed evitare precipitose fughe in avanti».
Mentre il presidente della Figc Gravina si dice perplesso proprio per la scelta di riaprire solo nella massima serie calcistica: «L’apertura degli stadi al pubblico è una bella notizia, ma il fatto che il via libera sia arrivato solo per la Serie A, e non per gli altri campionati professionistici, mi lascia perplesso. I protocolli di sicurezza sono i medesimi in tutte e tre le serie professionistiche, così come lo devono essere le regole per il distanziamento, quindi anche su questo tema ci deve essere lo stesso trattamento. Nei mesi difficili del Covid, il calcio tutto ha dimostrato grande responsabilità. Sono convinto che verrà preso il medesimo provvedimento prima dell’avvio ufficiale dell’attività della B e della C, previsto per il prossimo fine settimana».
Più dura ancora la replica di una delle parti in causa, ovvero la Lega B. «Non si comprende la ragione delle motivazioni secondo le quali il governo ha dato il via libera all’apertura parziale degli stadi solo in serie A», attacca la Lega B definendo la decisione «irrazionale». «Questo – continua la Lega B – considerando che i protocolli di sicurezza sono i medesimi per tutti campionati professionistici e che la B ha un valore sociale ed economico fondamentale. I club risulterebbero gravemente penalizzati dal punto di vista economico e della passione dei tifosi, aspetto fondamentale anche per la regolarità del campionato. L’auspicio – conclude la Lega – è che ci possa essere al più presto da parte del governo una decisione uniforme per la serie B e tutti i campionati professionistici con una ratio che preveda in piena sicurezza l’apertura ad una percentuale di tifosi come avvenuto in vari sistemi europei».