La proroga dello stato di emergenza oltre il 15 ottobre non è solo una ipotesi. «Faremo una valutazione da qui a qualche settimana quando arriverà a scadenza, e ci teniamo pronti a ogni evenienza, abbiamo bisogno di essere pronti a misure, qualora dovessero essere necessarie, a livello di piccoli territori, a livello sub-provinciale, per il momento escludiamo in questo momento interventi più larghi», ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza.
Il governo potrebbe, dunque, decidere di prolungare lo stato di emergenza in base al numero dei contagi e all’evoluzione della pandemia. In particolare, si intende valutare ai primi di ottobre i numeri dei contagi generati dall’effetto-scuola, a qualche settimana dalla riapertura. Non c’è ancora niente di certo, anche se un’ulteriore proroga non lascerebbe stupiti, dato che anche a luglio, quando i contagi erano calati vertiginosamente, il governo aveva optato per lo stato d’emergenza. I numeri sono eloquenti: il 29 luglio, quando fu adottata la proroga di 2 mesi e mezzo c’erano 386 contagi al giorno, oggi ce ne sono 1.800 al giorno. E preoccupa l’aumento dei posti letto occupati nei reparti Covid e nelle terapie intensive. Resta da capire se si opterà per una mini-proroga di poche settimane o per una più lunga fino al 31 dicembre.
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Arriverà dunque probabilmente già la prossima settimana sul tavolo del Cdm un nuovo decreto sulla emergenza Covid, con nuovi dpcm e ricadute su smart working, tamponi per chi proviene dall’estero, mascherine e distanziamento. In particolare, sul fronte smart working, l’attenzione generale è rivolta all’attuale scadenza del 15 ottobre. Con la fine dello stato d’emergenza, termina la procedura semplificata che consente ai datori di lavoro di decidere unilateralmente sul ricorso al lavoro agile. Una procedura che invece si estenderebbe con la proroga dello stato di emergenza. Al momento, dal 16 ottobre si ripristinerebbe la procedura della legge 81 del 2017 che prevede l’accordo individuale con il singolo lavoratore come condizione per ricorrere allo smart working. Tutto ciò a meno di modifiche legislative, visto che il ministro del lavoro Nunzia Catalfo ha annunciato che intende modificare la legge istitutiva del lavoro agile.
La proroga dello stato emergenza, inoltre, consentirebbe tra l’altro, anche di estendere le regole che impongono attualmente l’obbligo del tampone per chi entra in Italia provenendo da Croazia, Grecia, Malta, Spagna e Francia (limitatamente alle Regioni Alvernia-Rodano-Alpi, Corsica, Hauts-de-France, Île-de-France, Nuova Aquitania, Occitania, Provenza-Alpi-Costa azzurra).
E gli effetti potrebbero riguardare anche l’uso della mascherina. Il rinnovo dello stato di emergenza, infatti, non solo prorogherebbe le regole attuali che prevedono l’obbligo della mascherina nei luoghi chiusi aperti al pubblico e all’aperto a partire dalle ore 18 e fino alle 6 del mattino in tutti quei luoghi dove è più facile la formazione di assembramenti come le piazze di ritrovo per la vita notturna. Ma potrebbe consentire, in caso di crescita dei contagi, di passare all’obbligo di indossare la mascherina all’aperto durante l’intero arco della giornata, sulla scia di quanto già deciso in Liguria, Campania e in Calabria.