Il governo ha deciso. È intenzionato a chiedere alle Camere una proroga di 3 mesi e mezzo dello stato di emergenza. «Andremo in Parlamento a chiedere la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio», ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La proroga al momento scade il 15 ottobre ma il perdurare dell’emergenza ha suggerito agli esperti del Cts e al governo di allungare i tempi fino al 31 gennaio, un anno esatto dalla prima messa in campo della misura in seguito alla pandemia.
Di fronte all’aumento dei contagi, soprattutto al centro-sud, con una stagione invernale che si annuncia particolarmente difficile, sembra finita la linea di una proroga di non più di due mesi e mezzo, come avvenne l’ultima volta (30 luglio-15 ottobre), e che sarebbe coincisa con la fine del 2020. Prospettare la conclusione dello stato di emergenza proprio alla vigilia di Capodanno non è sembrato plausibile. Di qui l’idea di estendere la proroga fino a fine gennaio. Mese che coinciderebbe con l’arrivo presumibilmente delle prime dosi del vaccino, che però per una distribuzione a tappeto sarà disponibile solo a partire dalla primavera inoltrata. Speranza del resto è stato esplicito: «Dobbiamo resistere col coltello tra i denti in questi 7-8 mesi difficili che ci attendono – ha detto – ma mentre resistiamo dobbiamo anche guardare al futuro».
Fino ad allora si andrà avanti con le misure “eccezionali”: dall’uso generalizzato dello smart working agli acquisti accelerati dei beni per affrontare la pandemia (mascherine, camici, i banchi con le rotelle, ecc). Lo Stato d’emergenza attribuisce al governo e alla Protezione civile dei ‘poteri straordinari o ‘speciali’. Per l’attuazione degli interventi si provvede in deroga a ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico. Per esempio lo stato di emergenza consente l’uso dei Dpcm, i Decreti del presidente del Consiglio dei ministri, per interventi urgenti per fronteggiare le emergenze. Lo stato di emergenza concede altri poteri anche al ministero della Salute che può emanare apposite ordinanze come bloccare gli arrivi dai Paesi considerati “a rischio” o estendere le regole che impongono attualmente l’obbligo del tampone per chi proviene da Croazia, Grecia, Malta, Spagna e Francia (limitatamente alle Regioni Alvernia-Rodano-Alpi, Corsica, Hauts-de-France, Île-de-France, Nuova Aquitania, Occitania, Provenza-Alpi-Costa azzurra). Anche le Regioni possono operare in stato di emergenza, ma debbono coordinarsi con il governo.