La scorsa primavera era riuscita ad abbattere la curva dei contagi da coronavirus adottando un piano organizzato fin nei minimi dettagli. E Adesso la Nuova Zelanda è riuscita a sconfiggere anche la seconda ondata dell’epidemia di Covid-19. L’annuncio è stato dato dalla premier Jacinda Ardern: «Il virus è di nuovo sotto controllo», ha dichiarato Ardern, a un passo dalla rielezione alle elezioni di domenica. «Possiamo sentirci ancora una volta orgogliosi di questo risultato che abbiamo raggiunti tutti insieme, uniti più che mai». Ormai sono passati, per la prima volta dall’inizio delle nuove restrizioni, dieci giorni senza nuovi contagi.
A giugno il governo guidato da Jacinda Ardern aveva celebrato il raggiungimento del traguardo di nessun nuovo caso a trasmissione locale per oltre cento giorni consecutivi (102 per l’esattezza). L’idillo era poi terminato a metà agosto, con la comparsa di quattro pazienti misteriosi positivi al Covid: tanto è bastato per richiamare tutti alla massima attenzione. E così in piena estate la Nuova Zelanda scelse di attuare subito, per quasi una settimana, misure restrittive, comprendenti pesanti restrizioni alla libertà di movimento ad Auckland, la città maggiormente colpita dai nuovi contagi, e limitazioni agli spostamenti nel resto del Paese. In quei giorni furono consentite soltanto uscite per motivi indispensabili e furono chiuse le attività commerciali non essenziali, inclusi ristoranti e bar. Il modello neozelandese si basa sostanzialmente su due pilastri: intervenire subito, in modo rapido e chiaro, e affidarsi a una comunicazione diretta lineare.
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Certo, con pochi abitanti in più della provincia di Roma e una densità abitativa comparabile a quella della Svezia, qualcuno obietterà che è facile tenere sotto controllo un’epidemia. Ma la risposta della popolazione è stata estremamente disciplinata e la severità delle restrizioni è stata resa più efficace da un tracciamento pervasivo dei contagi con una app governativa. In più sono stati moltiplicati i tamponi, oltre ad una chiusura quasi totale delle frontiere. Solo da qualche giorno i cittadini neozelandesi possano viaggiare nel New South Wales e nel Northern Territory, in Australia, per la prima volta da marzo, quando erano state imposte le restrizioni sul coronavirus.
«Vedo nel resto del mondo come funzionano le alternative, e non mi sembra ottimo», ha detto Jacinda Ardern e ha stimato attorno al «95 per cento» le possibilità che il Paese abbia eliminato la trasmissione del virus. «La nostra piccola squadra di cinque milioni di abitanti, un po’ affaticati questa volta, ha fatto quello che fanno sempre le nostre nazionali sportive: ha abbassato la testa e tirato avanti». La sua gestione della pandemia le è valsa un appoggio sempre crescente da parte della popolazione, e le proiezioni sulle elezioni di domenica assegnano un solo seggio in meno dei 61 che servirebbero, al suo partito Laburista, per governare da solo in Parlamento.