Dalla Repubblica Ceca alla Romania, dalla Croazia alla Bulgaria, fino alla Svizzera, diversi paesi registrano il nuovo picco giornaliero dei positivi. Proprio il governo di Praga ha imposto un lockdown quasi totale che si protrarrà fino al 3 novembre. Una settimana dopo aver chiuso scuole, bar e ristoranti, il governo ha annunciato lo stop a tutte le attività commerciali e i servizi «non essenziali», permettendo alle persone di uscire solo per fare la spesa, andare in farmacia o in edicola, fare una passeggiata nella natura (incontrando al massimo una persona, e mai a meno di 2 metri di distanza). Vanno avanti i cantieri, le officine, alcune attività produttive.
Il Paese da 10,6 milioni di abitanti, che solo ieri ha registrato 14.968 nuovi casi, ha il più alto tasso di contagi del continente: negli ultimi 14 giorni i casi sono 1066 ogni 100 mila abitanti (il triplo della Spagna e del Regno Unito, quasi 6 volte l’Italia, secondo i dati dell’Ecdc). Come accadeva in Italia a marzo, la Repubblica Ceca ha deciso di accettare l’aiuto dei Paesi dell’Ue e della Nato, che invieranno 300 tra medici e infermieri, e un centinaio di ventilatori.
Il disastro è cominciato a ottobre. Fin a inizio mese la Repubblica Ceca aveva avuto 30 mila casi in totale da inizio pandemia, e una prima ondata quasi inesistente, contenuta con un lockdown molto tempestivo. Tanto che già a luglio sul ponte Carlo fu organizzato un grande banchetto con centinaia di persone per festeggiare la fine dell’epidemia. Pochi mesi dopo è cambiato tutto. Ora i casi sono quasi 130 mila, e aumentano di 15 mila al giorno, con un tasso di positività dei tamponi del 30% (il più alto in Ue). Il ministro della Sanità, l’epidemiologo Roman Prymula, ha spiegato che oltre 4.400 persone sono ricoverate nel Paese al momento: «Gli ospedali sono all’80% della loro capacità». Anche aumentando i posti di 10 mila unità, secondo il primo ministro Andrej Babiš «la saturazione completa delle strutture è prevista tra il 7 e l’11 novembre». Tra le misure previste, c’è quella di portare i malati meno gravi in hotel e spa, oltre che nell’ospedale da campo da 500 posti allestito a Praga dai militari. In terapia intensiva ci sono 611 persone, il 15% dei malati totali. Ma è previsto un incremento anche di questi.