Non si fermano le polemiche dopo le parole del consigliere del ministero della Salute Walter Ricciardi che ieri ha evocato un «lockdown per Milano e Napoli» alla luce dell’andamento dei contagi. I sindaci di entrambe le città, Giuseppe Sala e Luigi de Magistris, hanno scritto una lettera indirizzata direttamente al ministro Roberto Speranza per chiedere dei chiarimenti: «Vogliamo chiedere al ministro se l’idea di un nuovo lockdown a Milano e Napoli è del suo consulente o è un’opinione del ministero e, nel caso fosse un’opinione del ministero, se è basata su dati e informazioni che il ministero ha e noi non abbiamo».
L’ipotesi di chiudere del tutto il capoluogo lombardo è già stata scartata dal sindaco Beppe Sala, almeno per ora. «Anche nella peggiore delle ipotesi, avremmo 10-15 giorni per decidere un lockdown», ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera. Il sindaco ha poi ricordato i dati sanitari di Milano relaviti alla diffusione dell’epidemia e al suo “peso” sulle strutture sanitarie: «Oggi abbiamo meno di 300 terapie intensive, ne abbiamo avute 1.700 nella primavera scorsa, sono in crescita ma stiamo facendo dei sacrifici, vediamo cosa succederà». «Oggi c’è il tema di tenere a casa anziani – continua Sala – È brutale, ma il 90% decessi è sugli over 70. C’è il problema di creare spazi di ricovero per asintomatici e quarantene, e stiamo lavorando con l’Ats e dunque con la Regione, c’è tempo per le polemiche e per la collaborazione».
Secondo il consigliere del ministero e membro dell’Oms Ricciardi, invece, «a Milano e Napoli uno può prendere il Covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l’autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perché il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del Paese no». Una presa di posizione già anticipata nei giorni scorsi, quando Ricciardi ha ribadito l’urgenza di varare delle chiusure locali che vadano oltre le restrizioni previste a livello nazionale dall’ultimo Dpcm. A disporle, però, devono essere i governatori delle regioni o i sindaci delle città di concerto con il ministero della Salute, così come avvenuto sin dalla scorsa primavera per le zone rosse.