Mentre si attende la conferma sullo spostamento della Campania in zona rossa, cinque regioni -Liguria, Toscana, Abruzzo, Basilicata e Umbria – passano da zona gialla a zona arancione. A confermarlo, con un post su Facebook, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: «Pur rimanendo perplesso sulla differenza di trattamento rispetto alla scorsa settimana, a fronte di numeri più o meno simili, ritengo sia doveroso non entrare in polemica con il Governo e prendere atto di questa decisione». Le misure entreranno in vigore da mercoledì 11 novembre.
Sono le novità alla «mappa del rischio» da Covid in Italia, determinate dai dati giunti sul tavolo cabina di regia (ministero della Salute, l’Istituto superiore di Sanità e i membri designati dalla Conferenza delle Regioni) che di volta in volta si occuperà di scegliere in quali fasce di rischio collocare le regioni. A firmare l’ordinanza con la nuova categorizzazione è il ministro della Salute, Roberto Speranza. Nelle scorse ore anche la Provincia di Bolzano è stata dichiarata dal governatore Kompatscher «zona rossa», anche se la categorizzazione del ministero della Salute non prevedeva per questo territorio il massimo delle restrizioni.
Oltre al coprifuoco alle 22, valido in tutta Italia, nelle zone arancioni è vietato ogni spostamento, in entrata e in uscita, dalla regione (salvo che per comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza): sono consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza — cioè è possibile portare i figli a scuola, e andarli a riprendere — ed è consentito il rientro nel proprio domicilio o nella propria residenza. È vietato ogni spostamento in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel proprio comune. Sono chiusi bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, ad esclusione delle mense e del catering. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio.