Un altro annuncio di efficacia si aggiunge alle buone notizie nella corsa al vaccino anti Covid-19. Il vaccino AstraZeneca sviluppato dall’Università di Oxford e dall’Irbm di Pomezia è «altamente efficace» nella prevenzione del Covid-19 secondo i risultati preliminari dei testi clinici condotti in Regno Unito e Brasile arrivati in fase 3 e comunicati dall’azienda farmaceutica. I ricercatori hanno spiegato che il vaccino funziona in media con una protezione del 70%, inferiore quindi a quanto annunciato da Pfizer-Biontech (90%) e Moderna (94,5%). Tuttavia a seconda dei dosaggi la protezione sembra variare fino a una copertura del 90%. Inoltre questo vaccino è più economico e più facile da conservare rispetto agli altri due e potrà più facilmente raggiungere ogni angolo del mondo.
Today we announced high-level results from the AstraZeneca @UniofOxford #COVID19 vaccine clinical trials. https://t.co/eTz7cdY4hN pic.twitter.com/d6Wzo11Ftr
— AstraZeneca (@AstraZeneca) November 23, 2020
Nella sperimentazione sono stati coinvolti più di 20 mila volontari. Si sono registrati 30 casi di Covid tra persone che avevano ricevuto due dosi di vaccino e 101 tra chi aveva invece ricevuto un placebo. La somministrazione ha seguito un doppio regime di sperimentazione. Quando ai volontari sono state somministrate due dosi intere la protezione è stata del 62% mentre una mezza dose, seguita da una dose intera ha portato a una protezione del 90%. L’analisi combinata di entrambi i dosaggi ha portato a un’efficacia media del 70%. La protezione inizia non prima di due settimane dall’inoculo della seconda dose (un mese dopo la prima). Non sono stati individuati eventi avversi gravi legati al vaccino e il siero è stato ben tollerato in entrambi i regimi di dosaggio anche dalla popolazione anziana. Dai primi dati comunicati dall’azienda farmaceutica e non ancora pubblicati sulle riviste scientifiche emerge dunque che il regime ottimale di somministrazione è dunque mezza dose con un richiamo a dose completa dopo un mese. L’azienda ha annunciato che sarà questa la formulazione messa in commercio.
Nonostante una percentuale di efficacia più bassa rispetto a quelle a cui ci avevano abituato gli ultimi annunci di Pfizer e Moderna, i punti di forza sottolineati da Astrazeneca per il proprio candidato vaccino sono il costo più economico rispetto agli altri due e la più facile conservazione. «Il nostro sarà il vaccino del mondo. Produrremo e distribuiremo 3 miliardi di dosi nei primi tre mesi del 2021», ha dichiarato Pascal Soriot, ceo dell’azienda farmaceutica. Rispetto ai circa 20 dollari prevedibili per il vaccino dell’americana Moderna e ai 30 della coppia Pfizer-BioNTech, il vaccino di Oxford sarà molto più economico: 2,8 euro.
La società presenterà i dati alle autorità regolatorie mondiali per l’approvazione condizionale o anticipata e richiederà, inoltre, anche l’uso di emergenza all’Organizzazione mondiale della sanità per un percorso accelerato verso la disponibilità del vaccino nei paesi a basso reddito. L’analisi completa dei risultati ad interim è stata presentata per la pubblicazione in una rivista scientifica. «Le notizie provenienti da Oxford sul vaccino anti-Covid sono incoraggianti. Nel progetto sono coinvolte importanti realtà italiane, come l’Irbm di Pomezia e la Catalent di Anagni. Serve ancora tanta prudenza, ma sarà la ricerca scientifica a portare l’umanità fuori da questa crisi» ha dichiarato in una nota il ministro della Salute Roberto Speranza.