È un no netto quello che arriva dal mondo della scuola alla proposta della ministra Paola De Micheli di estendere le lezioni a tutta la settimana, anche sabato e la domenica, per limitare gli assembramenti sui mezzi pubblici. «Ritengo irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica anche alla domenica. Mentre il sabato, per moltissimi istituti, è già giornata di lezione», dice il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.
Il tema è stato sollevato dalla ministra De Micheli in un’intervista a Repubblica, dove ha sottolineato la necessità di scaglionare ulteriormente gli orari delle città per evitare che – con l’allentamento delle misure anti-Covid – i mezzi pubblici tornino ad affollarsi. Il ministero dei Trasporti, in base alle simulazioni fatte sulle città di Milano, Roma e Napoli, ritiene infatti che il problema potrà essere evitato solo con una rimodulazione della domanda: aggiungere veicoli al parco mezzi non è sufficiente. Da qui la necessità di rinviare il rientro in aula degli studenti delle superiori che invece la ministra Lucia Azzolina vorrebbe far scattare il 9 dicembre. «È impossibile immaginare di fare turnazioni in queste condizioni, è inutile parlarne – continua Giannelli – Mancano docenti e cattedre, come si fa ad allungare l’orario? Sui trasporti, ci sono grosse differenze tra le scuole di un paesino e quelle di una grande metropoli dove il traffico è congestionato».
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Contrari anche i sindacati, con i segretario della Uil scuola, Pino Turi, che propone invece un allungamento dell’anno scolastico: «Siamo nella temporaneità degli annunci, invece bisognerebbe trovare una soluzione organica. Io ho chiesto una modifica del calendario scolastico, un allungamento dell’anno verso giugno, le prime settimane di luglio. La prima cosa da fare è un provvedimento, immediato, sul reclutamento». Anche la segretaria della Cisl scuola, Maddalena Gissi dice no. «Non ci scandalizziamo: di proposte strane ne abbiamo sentite tante. Se qualcuno vuole fare delle proposte ci convochi, ne discutiamo al tavolo contrattuale, si individuino le risorse economiche e umane che mancano a tutt’oggi anche per le supplenze e i modelli organizzativi; poi discutiamo. Diversamente risulta l’ennesima provocazione che ha come unico effetto quello di demotivare chi l’attività didattica la sta svolgendo comunque e a qualunque costo per il bene dei ragazzi. È una provocazione per continuare a rimandare sulla scuola responsabilità che purtroppo non sono della scuola che lavora».
E la decisione sulla scuola rischia ora di dividere ulteriormente la maggioranza, con il ministro M5s Alfonso Bonafede che definisce «del tutto inopportuno pensare di tenere aperte le scuole anche la domenica. Le famiglie stanno già sopportando sacrifici enormi, sarebbe davvero fuori luogo mandare gli studenti fra i banchi perfino in un giorno festivo». I tempi per la riapertura delle superiori rischiano quindi di allungarsi, specie dopo che le Regioni hanno chiesto all’esecutivo di posticipare tutto al 7 gennaio.