Coprifuoco alle 22 e ristoranti chiusi anche a Natale e Santo Stefano. Via libera alla mobilità interregionale solo per chi torna nei comuni di residenza, messe natalizie anticipate. Sono queste le misure che ci ritroveremo nel nuovo Dpcm che andrà in vigore il 4 dicembre con le misure per il periodo delle feste natalizie. È la linea dura, che nasce dalla constatazione del Comitato tecnico scientifico che la pressione sugli ospedali è ancora «molto elevata e non in regressione» e che «un rilassamento prematuro e un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti» avrebbero conseguenze drammatiche.
Sarà confermato il coprifuoco attualmente in vigore senza deroghe, neppure a Natale e Santo Stefano. Questo per scoraggiare raduni casalinghi e spostamenti. I «rigoristi» del governo puntano a conservarlo alle 22 anche per tutte le feste, senza eccezione alcuna, né per la Vigilia di Natale, né per l’ultima sera dell’anno. «Le misure di contenimento hanno funzionato, tra il 10 e il 15 dicembre tutta l’Italia sarà in fascia gialla — ha insistito il ministro della Salute, Roberto Speranza —. Se consentissimo libertà di movimento il virus riprenderebbe a correre e il Sistema sanitario non reggerebbe». Il coprifuoco alle 22 determinerà un anticipo delle messe natalizie, questione sulla quale la Conferenza espiscopale ha confermato la sua disponibilità.
Anche se tutta l’Italia diventerà gialla, non saranno consentiti gli spostamenti fra Regioni, limitati solo a coloro che devono tornare nei comuni di residenza. Dibattito acceso sull’opportunità di concedere alcune deroghe per autorizzare gli spostamenti — che dovrebbero comunque essere giustificati con l’autocertificazione — per favorire i ricongiungimenti familiari. Alcuni ministri insistono per consentire di raggiungere persone in difficoltà, per esempio anziani che vivono da soli. Ma l’ala «dura» dell’esecutivo, preoccupata per il rischio terza ondata a gennaio, si batte per non aprire il capitolo eccezioni. È confermata la chiusura delle piste e degli impianti da sci. Si potrà andare nelle seconde case soltanto se si trovano nella stessa regione di residenza, che però deve essere in fascia gialla. Nelle zone rosse sono infatti vietati tutti gli spostamenti e in quelle arancioni è vietato uscire dal proprio comune. Per chi torna dall’estero sarà obbligatorio il tampone e scatterà la quarantena: non è ancora deciso se per tutti i Paesi o solo per alcuni.
Se questo impianto sarà confermato al momento di firmare il Dpcm in vigore dal 4 dicembre, i negozi potrebbero rimanere aperti al massimo fino alle 21, mentre si pensa di autorizzare l’apertura dei centri commerciali e dei grandi magazzini il sabato, la domenica e nei giorni festivi che precedono la pausa natalizia «per favorire le attività commerciali». Nessuna deroga è stata invece al momento prevista per i ristoranti che dovranno chiudere alle 18 nelle zone gialle e saranno serrati per tutto il giorno in quelle arancioni e rosse dove sarà consentito soltanto l’asporto e la consegna a domicilio. Chiusura in tutta Italia nei giorni di Natale e Santo Stefano. Sarà confermato il divieto di organizzare feste nei locali pubblici e nei luoghi privati. Finora è stato raccomandato di ricevere in casa sei persone al massimo e non è escluso che si decida di ribadire questo suggerimento: nessun obbligo può essere imposto nelle abitazioni private.