Passa la linea del rigore: Natale a casa, senza amici e parenti, per evitare la terza ondata. Il consiglio dei ministri, dopo un dibattito durissimo durato settimane, ha messo nero su bianco le nuove norme per regolamentare gli spostamenti degli italiani durante la feste natalizie. Alla fine è passata la linea dura voluta dal ministro della Salute, Roberto Speranza e da quello delle Autonomie, Francesco Boccia. «Senza misure rigorose durante le feste, ci ritroveremo a febbraio con una terza ondata peggiore della seconda», è il mantra ripetuto dal ministro Speranza. Il decreto vieta di uscire dal proprio comune nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Niente sci, niente crociere. No ai viaggi verso le seconde case fuori regione. E dal 21 dicembre al 6 gennaio non ci si potrà più spostare neppure tra regioni in fascia gialla.
Nel testo è specificato che «dal 21 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021 è vietato, nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome». Saranno permesse deroghe per ritornare ai luoghi di residenza o domicilio e sempre e comunque per tornare alla propria abitazione. Restano sempre le eccezioni per «motivi di necessità, lavoro o salute». Per le prossime due settimane non ci saranno restrizioni sugli spostamenti. Chi vive nelle Regioni in fascia gialla potrà muoversi liberamente dal 4 al 20 dicembre, superando i confini regionali e andando in altre regioni in fascia gialla. E dunque sarà libero di viaggiare in occasione del ponte dell’Immacolata.
Il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio sarà proibito anche spostarsi dal comune nel quale ci si trova, che sia quello di residenza, domicilio o meno. Nella dl si legge: «Nelle giornate del 25 e del 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021 è vietato ogni spostamento tra Comuni, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione».
Stretta anche agli spostamenti verso le seconde case nel periodo delle festività. Nel decreto viene stabilito che «dal 21 dicembre al 6 gennaio è comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra Regione o Provincia autonoma e, nelle giornate del 25 e 26 dicembre 2020 e del 1° gennaio 2021, anche ubicate in altro Comune».
Con i Dpcm, nel periodo dal 21 dicembre al 6 gennaio, si potranno adottare misure restrittive per tutto il territorio nazionale indipendentemente dalle fasce di rischio caratterizzate dai diversi colori. Restano chiusi bar e ristoranti dalle 18, che però nei giorni fi Natale, Santo Stefano, Capodanno ed Epifania saranno aperti a pranzo. La novità è che saranno chiusi i ristoranti negli alberghi per la serata di Capodanno: per i clienti solo servizio in camera. Un modo per evitare un escamotage a cui molti stavano ricorrendo per festeggiare l’ultimo dell’anno fuori casa.
Tra le misure confermate nel nuovo Dpcm c’è il coprifuoco fissato alle ore 22 anche a Natale e Capodanno: a rischio quindi il cenone della vigilia anche nelle case in modo da evitare tavolate tra parenti e spostamenti vari. Con il coprifuoco confermato alle 22, le messe natalizie inizieranno entro le 20. Potrebbe essere spostato alle 21 l’orario di chiusura dei negozi questo per permettere di allungare lo shopping natalizio, con ingressi sempre contingentati per evitare gli assembramenti. I centri commerciali saranno aperti nei fine settimana fino al 20 dicembre, ma chiusi nelle festività natalizie.
Niente vacanze di Natale sulla neve. Il governo è intenzionato a non consentire l’apertura degli impianti sciistici per il rischio assembramenti. Il ministro Speranza ha ribadito che il problema non sono gli impianti, ma le situazioni di socialità che inevitabilmente verrebbero a crearsi. Per lo stesso motivo il governo ha deciso di vietare le crociere. Dal 20 dicembre potrebbe scattare la quarantena per chi torna dall’estero.