«A Natale regala la scuola» è lo slogan che compare in molte città italiane contro le priorità che il governo e le regioni continuano ad assumere nelle scelte economiche del Paese. Genitori e insegnanti, speravano in un rientro in classe degli studenti delle superiori già prima di Natale, l’ultimo Dpcm lo ha però fissato dal 7 gennaio e al 75% di presenza nelle aule. Così il comitato “Priorità alla scuola” torna a farsi sentire oggi in più piazze: Milano, Firenze, Bologna, Parma, Mantova, Modena, Faenza, Roma, Napoli, Bari. Per reclamare il diritto all’istruzione e per dire «che non è stato fatto nulla o quasi nulla per risolvere due criticità che non dipendono dalle scuole: i trasporti e il potenziamento della medicina territoriale per il tracciamento dei contagi».
«Ancora una volta in Italia tutto riapre tranne la scuola – sostiene il comitato “Priorità alla scuola – Nel 2020 non c’è stata scuola in presenza per 130 giorni. È ora di dire basta : l’istruzione è un diritto che finora è stato calpestato, e non ci sono diritti senza scuola. Il prolungamento della didattica a distanza non è il rimedio, ma piuttosto il veleno: non solo acuisce le disuguaglianze sociali, ma aggrava le lacune educative e fa aumentare le forme di disagio psicologico negli adolescenti» a detta dell’Organizzazione mondiale della Sanità, della Società Italiana di pediatria e del Comitato tecnico scientifico. «Un danno permanente nella formazione comporterà una minore competitività dei nostri studenti nel mercato del lavoro europeo e globale, con ulteriore depauperamento del capitale umano del Paese».
Il sette gennaio 2021 quasi 4 milioni di studenti delle scuole superiori torneranno in classe in una percentuale del 75%, mentre tutte le scuole elementari e medie faranno lezione in presenza al 100%. Il nodo trasporti, su proposta della ministra all’Istruzione Lucia Azzolina, è stato affidato ai prefetti che devono aprire tavoli con gli enti locali, le aziende dei trasporti e i presidi. In poco più di un mese dovranno assicurare un piano dei trasporti per gli studenti, un sistema di tracciamento efficace, la medicina scolastica e la gestione di tutti questi aspetti con lo scaglionamento degli orari di entrata e uscita.
Ma le famiglie temono è che da qui a gennaio non cambierà molto: «Forte è il rischio che nulla sarà fatto anche nelle prossime settimane, da amministratori che sinora hanno dato prova di considerare più conveniente e facile il ricorso alla didattica a distanza al 100% nelle scuole superiori». «Non vogliamo che la scuola diventi il capro espiatorio del Natale, senza scuola non ci sono né diritti né salute». Il comitato ha fatto i conti: le superiori sono chiuse dal 24 febbraio poi, tranne che in Campania e Puglia, la didattica è tornata in presenza per solo 40 giorni. «Solo 40 giorni a fronte di 130 giorni di Dad», sottolinea “Priorità alla scuola”.
Bambini a fare lezione all’aperto anche a piazza del Duomo a Firenze. Tantissimi i cartelli che sfilano tra cui “Non giochiamoci il futuro”, “La scuola è a scuola”, “Avete tolto troppo, ci riprendiamo tutto”. Gli insegnanti e le famiglie chiedono a gran voce che siano presi tutti i provvedimenti necessari affinché gli alunni possano tornare in classe a cominciare dal trasporto pubblico. «Siamo di fronte a un’emergenza nazionale che richiede la massima collaborazione. Ma lo screening fatto negli istituti fiorentini dimostra che le scuole non sono luogo di contagio, non sono focolai, siamo allo 0,125% di positivi. È l’ora di ribellarsi allora affinché si ottenga il diritto».