Si va avanti a oltranza. Nell’ultimo giorno utile per concludere un accordo sul dopo-Brexit, Boris Johnson e Ursula von der Leyen hanno deciso di ignorare la deadline che loro stessi si era dati e proseguire le trattative. Al termine di una telefonata fra i due leader si è concordato che «è responsabile a questo punto andare fino all’ultimo miglio». Hanno, dunque, dato mandato ai loro negoziatori di continuare i colloqui e vedere se è possibile un accordo nei prossimi giorni.
We had a useful call with @BorisJohnson this morning.
We agreed that talks will continue.https://t.co/rZpN4PmS1i
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) December 13, 2020
Sono passati quattro anni e mezzo dal referendum che, a sorpresa, nel giugno 2016 aveva sancito la decisione dei cittadini britannici di lasciare l’Unione Europea dopo 43 anni di appartenenza. Da allora i negoziati bilaterali per stabilire quali saranno i rapporti futuri sono continuati con scadenze puntualmente non rispettate, ultimatum disattesi e inevitabili proroghe. L’accordo di recesso della Gran Bretagna dalla Ue, faticosamente raggiunto, è stato ratificato nel gennaio 2020. I negoziati per arrivare a un accordo commerciale sono continuati tra alti e bassi. Oggi era formalmente l’ultimo giorno che Regno Unito e Unione Europea si erano dati per concludere i negoziati sul nuovo accordo commerciale, che dovrebbe entrare in vigore il primo gennaio 2021, quando il Regno Unito lascerà definitivamente l’Unione.
L’ultimo nodo da sciogliere resta quello dei meccanismi per imporre il rispetto di una concorrenza equa, il cosiddetto “level playing field”. Nei giorni scorsi i negoziatori europei avevano chiesto alla controparte britannica di introdurre una clausola per obbligare il Regno Unito a mantenere aggiornati i propri standard ambientali e lavorativi nel medio-lungo termine: ma i negoziatori britannici avevano accusato l’Unione Europea di volere di fatto mantenere il paese completamente allineato agli attuali standard europei. La trattativa serve a fissare le regole del gioco per una parte consistente delle attività economiche di entrambe le parti.
I negoziatori stanno anche discutendo dell’accesso alle acque britanniche da parte dei pescatori europei. Il terzo punto dei negoziati sul quale non sembra esserci ancora un solido accordo riguarda i meccanismi che Regno Unito e Unione Europea dovrebbero adottare per risolvere eventuali controversie legali. Ma la scadenza del 31 dicembre è sempre più vicina e a questo punto non è esclusa un’ennesima estensione della deadline, magari di natura tecnica, per permettere la ratifica degli eventuali trattati. Nel caso di un fallimento delle trattative, ai confini tra Regno Unito e Unione Europea sarebbero riattivati immediatamente i controlli e i dazi per le merci, e sono previsti disagi in tutti i principali settori della vita pubblica britannica.