La Germania sta facendo pressioni sulle autorità dell’Unione europea per accelerare il processo di approvazione del vaccino anti Covid-19 della Pfizer-BioNTech, che vari Paesi, tra cui Regno Unito, Stati Uniti e Canada, stanno già iniziando a usare. La cancelliera Angela Merkel e il ministero tedesco della Salute hanno chiesto all’Ema e ai vertici Ue che il farmaco sia approvato entro il 23 dicembre (e non il 29 come attualmente previsto). «Tutti i dati di BioNTech sono disponibili, Regno Unito e Stati Uniti hanno già dato la loro approvazione. La revisione dei dati e l’approvazione dell’Ema dovrebbero avvenire il prima possibile – ha detto il ministro tedesco Jens Spahn – Il nostro obiettivo è un’approvazione prima di Natale in modo da poter ancora iniziare a vaccinare quest’anno. Siamo ottimisti che si possa avere un’autorizzazione del vaccino in Europa il 23 dicembre».
Le vaccinazioni potrebbero dunque iniziare, nei Paesi europei che siano pronti con i rispettivi piani nazionali, già entro la fine del 2020. Secondo quanto riporta il tabloid tedesco Bild la campagna vaccinale potrebbe iniziare in Germania subito dopo Natale, e viene presa in considerazione la data del 26. Ufficialmente la data ultima però resta il 29 dicembre, come ha confermato un portavoce dell’Ema interpellato da Focus Online: «Se ci saranno cambiamenti, lo annunceremo», ha chiarito il portavoce.
Anche l’Italia chiede di anticipare i tempi. In questa direzione vanno anche le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha auspicato che l’Agenzia europea per i medicinali «nel rispetto di tutte le procedure di sicurezza, possa approvare il vaccino Pfizer-BioNTech in anticipo rispetto a quanto previsto, e che al più presto le vaccinazioni possano iniziare anche nei Paesi dell’Unione Europea»
L’attesa di un vaccino si intreccia alle preoccupazione per le festività del Natale, che potrebbero diventare la miccia di una terza ondata ancora più vigorosa della seconda. Gli esperti sono d’accordo con le indicazioni arrivate lunedì dal Comitato tecnico scientifico, che ha chiesto regole dure durante le festività, altrimenti «a gennaio saremo nei guai». Se non si fa attenzione durante le feste, il prossimo marzo sarà come quello del 2020, ha ribadito Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e componente del Cts, spiegando appunto che la corsa alla vaccinazione si concluderà nel migliore dei casi a fine estate, garantendo una copertura efficace solo il prossimo autunno. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha raccolto il monito e parla di nuove restrizioni «necessarie» per «scongiurare a ogni costo una terza ondata».
Tutta l’Italia dunque potrebbe diventare zona rossa o arancione nei giorni festivi e prefestivi: 24-27 dicembre, 31 dicembre-3 gennaio, 5-6 gennaio. Un’ipotesi avanzata già durante un altro vertice che si è svolto domenica sera: si va dunque a un’ulteriore stretta per tenere sotto controllo gli assembramenti, il contagio e gli spostamenti. Che potrebbe anche riguardare, come detto, il prossimo weekend, quello del 19-20 dicembre, considerato ad alto rischio per i movimenti programmati da milioni di italiani.