È il giorno della liberazione per i 18 pescatori di Mazara del Vallo che da 108 giorni erano trattenuti in Libia, sotto la sorveglianza dei militari del generale Khalifa Haftar. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è volato a Bengasi insieme con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, per riportarli in patria. È infatti nella roccaforte del generale Haftar che sono stati trattenuti da inizio settembre gli equipaggi di due pescherecci italiani di Mazara del Vallo: 18 persone, tra cui 8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi.
«I nostri pescatori sono liberi. Fra poche ore potranno riabbracciare le proprie famiglie e i propri cari. Grazie all’Aise (la nostra intelligence esterna) e a tutto il corpo diplomatico che hanno lavorato per riportarli a casa. Un abbraccio a tutta la comunità di Mazara del Vallo. Il Governo continua a sostenere con fermezza il processo di stabilizzazione della Libia. È ciò che io e il presidente Giuseppe Conte abbiamo ribadito oggi stesso ad Haftar, durante il nostro colloquio a Bengasi» ha scritto Di Maio su Facebook. E anche il premier Giuseppe Conte ha postato una foto degli equipaggi appena liberati con l’augurio «Buon rientro a casa».
Buon rientro a casa
Pubblicato da Giuseppe Conte su Giovedì 17 dicembre 2020
I 18 marittimi di Mazara del Vallo erano caduti nelle mani delle milizie di Haftar all’inizio di settembre mentre si trovavano a circa 80 miglia dalla costa di Bengasi. Proprio il fatto che la cattura era stata effettuata non dal governo di Tripoli di Serraj – riconosciuto dall’Italia come legittimo – aveva fino a oggi complicato la trattativa per liberare gli ostaggi. I pescatori avrebbero dovuto comparire proprio in questi giorni davanti a un tribunale militare perché accusati di traffico di stupefacenti, un’accusa ritenuta però del tutto infondata; poi si è aggiunta l’accusa di aver invaso le acque di pertinenza economica della Libia. I libici non hanno mai fatto mistero tuttavia che la cattura dei due pescherecci fosse un atto ritorsivo contro l’arresto e la condanna da parte dell’Italia di alcuni scafisti di Bengasi. Questi sono stati condannati a Catania a oltre vent’anni di carcere per traffico di migranti. Bengasi sostiene che i condannati non fossero scafisti ma calciatori sbarcati in Italia in cerca di fortuna nel mondo del pallone e ne avevano sollecitato la scarcerazione. Facendo ventilare – in cambio – la liberazione dei pescatori.
Durante la missione-lampo a Bengasi, Conte e Di Maio hanno incontrato il generale Khalifa Haftar. «In questo incontro il comandante generale» Khalifa Haftar «ha elogiato il ruolo che il governo italiano gioca nel sostegno ad una soluzione della crisi libica» riferisce la pagina Facebook del Comando generale delle Forze armate arabe libichedopo il vertice odierno tra l’uomo forte della Cirenaica, Haftar, il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che si è svolto nell’ambito della liberazione dei due pescherecci siciliani sequestrati a Bengasi. Nel post comparso sul profilo del Comando generale delle Forze armate si legge che nel corso dell’incontro sono stati affrontati gli ultimi sviluppi relativi al «dialogo politico in corso sotto egida dell’Onu come anche gli ultimi avvenimenti concernenti il dossier dello Stato libico sul piano internazionale».