Mentre l’Unione europea cerca una linea comune per la riapertura della frontiere, nel Regno Unito si assiste a supermercati presi d’assalto per timore che le scorte possano finire. La spirale inarrestabile del Covid sta per entrare in rotta di collisione con la Brexit. I negoziati con la Ue sono in stallo e incombe la scadenza del 31 dicembre, quando la Gran Bretagna uscirà definitivamente dal mercato unico senza un accordo.
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Intanto anche senza Brexit il Regno Unito è sempre più isolato dall’Europa. Non è bastato che oltre 40 Paesi, inclusa l’Italia, interrompessero i collegamenti aerei con la Gran Bretagna: la Francia ha bloccato del tutto le frontiere, chiudendo l’Eurotunnel sotto la Manica e sospendendo le rotte marittime. Questo ha costretto alla chiusura il porto di Dover, il terminale da cui passano gran parte delle merci fra il Continente e la Gran Bretagna: e dunque si teme ora per gli approvvigionamenti, in un Paese che importa un quarto del suo cibo dall’Europa.
Le associazioni di categoria dei commercianti britannici dicono di temere conseguenze potenzialmente «devastanti» sui rifornimenti dei supermercati e le consegne dei regali natalizi. E pure l’arrivo delle fiale di vaccino negli ospedali non è più garantito. E allora la gente inizia ad aver paura. Le prime code cominciano a crearsi già dalle sei del mattino: la gente si è messa in fila davanti ai supermercati in attesa che aprissero, nel timore di non riuscire più a riempire il carello della spesa.
Su sollecitazione della Commissione Europea si è riunito d’urgenza il Meccanismo europeo di risposta alle crisi del Consiglio europeo e ha «identificato diverse opzioni per una riapertura delle frontiere coordinata e con delle misure identiche». L’obiettivo è di far rientrare i cittadini degli Stati membri che si trovano attualmente in Gran Bretagna, i britannici che risiedono in un Paese europeo e i camionisti che sono rimasti bloccati al di là della Manica. Oggi ci si aspetta che la squadra di Ursula von der Leyen emetta delle linee guida che poi dovranno essere discusse nel corso di una riunione tra gli ambasciatori dei singoli Stati.
Nei prossimi giorni la situazione sarà ulteriormente complicata dall’uscita definitiva del Regno Unito dall’Unione Europea, che avverrà l’1 gennaio 2021. Al momento fra le due parti non è ancora stato trovato un accordo commerciale, e nonostante i passi in avanti degli ultimi giorni la prospettiva di un no deal è ancora aperta, come sottolineato sia dai negoziatori britannici sia da quelli europei. Già nelle scorse settimane i terminali verso l’Europa erano congestionati a causa della corsa a fare scorte preventive: adesso è tutto bloccato, ma fra dieci giorni si rischia un collasso dei commerci, dato che torneranno dazi e dogane.