E Brexit fu. I negoziatori hanno trovato un compromesso sull’accordo commerciale che entrerà in vigore l’1 gennaio 2021, quando il Regno Unito completerà l’uscita dall’Unione Europea. Era l’ultimo miglio per realizzare una Brexit ordinata, dopo l’intesa sull’uscita vera e propria trovata nell’ottobre del 2019 ed entrata in vigore l’1 febbraio del 2020. Dopo mesi di rinvii, ritardi e trattative la svolta l’hanno impressa direttamente Boris Johnson e Ursula von der Leyen: negli ultimi giorni il premier britannico e la presidente della Commissione Ue hanno preso personalmente in mano i negoziati e sono stati in costante contatto telefonico. «Abbiamo finalmente trovato un accordo, è buono, equilibrato e la cosa più responsabile da fare per entrambe le parti. L’Europa ora potrà guardare avanti», ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
It was worth fighting for this deal.
We now have a fair & balanced agreement with the UK. It will protect our EU interests, ensure fair competition & provide predictability for our fishing communities.
Europe is now moving on. https://t.co/77jrNknlu3
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) December 24, 2020
«C’è l’accordo. Abbiamo mantenuto quanto promesso». Boris Johnson aveva bisogno di un accordo. La pessima gestione della pandemia ha devastato la sua popolarità e la più recente emergenza provocata dalla nuova variante del coronavirus gli ha tolto ogni spazio di manovra. Ora ha qualcosa di concreto da mostrare e farà di tutto per vendere l’intesa come una vittoria di Londra e un pieno recupero della sovranità nazionale.
The deal is done. pic.twitter.com/zzhvxOSeWz
— Boris Johnson (@BorisJohnson) December 24, 2020
Il compromesso finale su un accordo di libero scambio – un testo di 2000 pagine circa – allontana l’incubo di un traumatico «no deal» commerciale. In pratica, l’accordo finalizzato oggi garantirà alle due parti la possibilità di continuare a scambiare merci senza l’imposizione di dazi, e permetterà di proseguire la cooperazione su questioni di polizia e sicurezza, e legate al cambiamento climatico, all’energia e ai trasporti. Coinvolgerà invece molto meno il settore dei servizi. I negoziati si erano incagliati sulla questione della concorrenza equa e su quella della pesca nelle acque britanniche. Su entrambi i temi si è però trovato alla fine un compromesso che consente a Londra di divergere dalle regole europee e a Bruxelles di ottenere garanzie contro la competizione sleale.
Ora resta solo da attendere la ratifica da parte del parlamento di Westminster, prevista per il 30 dicembre. Il testo dell’accordo dovrà anche essere revisionato dai 27 governi dell’Unione Europea, che entro la fine dell’anno dovranno riunirsi in sede di Consiglio dell’Unione Europea e approvare il documento. Affinché l’accordo entri definitivamente in vigore, serve anche l’approvazione del Parlamento Europeo, che però nei giorni scorsi ha fatto sapere di non essere in grado di studiare e discutere il testo entro la fine dell’anno. A meno di sorprese, dopo l’approvazione del Consiglio, l’accordo entrerà in vigore in via provvisoria, come previsto in questi casi dai trattati europei, e sarà discusso dal Parlamento Europeo nella prima metà di gennaio del 2021.