I 27 paesi dell’Unione europea hanno inaugurato il V-Day somministrando i vaccini Pfizer-BioNTech ai primi beneficiari, precedentemente selezionati. Slovacchia, Bulgaria e Germania hanno anticipato la partenza, subito dopo la distribuzione in Europa, mentre la maggior parte dei Paesi ha aspettato il 27 dicembre. Le vaccinazioni seguiranno anche il 28 e 29 dicembre, prima di allargarsi a una sistematicità che porterà alla vaccinazione di massa della popolazione europea.
L’Agenzia europea per i medicinali ha approvato il vaccino il 21 dicembre e l’obiettivo è che tutti gli adulti vengano vaccinati entro la fine del 2021. In Europa sono state contagiate 16 milioni di persone e ci sono state più di 336 mila vittime (ed è possibile che i numeri siano ancora maggiori considerato che all’inizio della pandemia i test erano limitati) e in quasi tutti i Paesi sono al momento in atto misure di lockdown più o meno rigide. Sarà uno sforzo poderoso che metterà in campo sfide logistiche e di sicurezza senza precedenti, complicato dal fatto che da alcune settimane circola una nuova variante.
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L’Unione aveva programmato un lancio coordinato proprio per oggi, battezzato ‘vaccine Day’, ma Ungheria e Slovacchia non hanno voluto aspettare e hanno iniziato a vaccinare le persone ieri. In Ungheria, la campagna è cominciata con gli operatori sanitari in prima linea negli ospedali di Budapest. Il primo a ricevere il vaccino in Slovacchia è stato un esperto di malattie infettive, Vladimir Krcmery. Un mini-anticipo anche in Germania, dove sabato è stata vaccinata una donna di 101 anni, Edith Kwoizalla, in una casa di riposo in Sassonia-Anhalt.
È stato il premier ceco Andrej Babiš, in compagnia della veterana Emilie Repikova, tra i primissimi a ricevere il vaccino contro il Covid-19 in Europa nel V-Day. In Spagna è stata una donna di 96 anni, residente in un centro a Guadalajara, la prima persona che ha ricevuto il vaccino anti-Covid. Un po’ come accaduto in Francia che ha scelto delle case di riposo a Sevran e Digione per la somministrazione delle prime dosi di vaccino. In Austria il vaccino viene somministrato a cinque pazienti, tutti con malattie pregresse, presso lo speciale reparto dedicato alle vaccinazioni e medicina tropicale presso l’Università di Medicina dalla dottoressa Ursula Wiedermann-Schmidt. In Grecia la ”Operazione Liberta” (Eleftheria in greco) è scattata con la vaccinazione dell’infermiera del reparto terapie intensive dell’ospedale Evangelismos di Atene, Efstathia Kampisiouli. Anche in Romania la prima a essere vaccinata è stata una infermiera dell’Istituto Matei Bals di Bucarest, Mihaela Anghel.
I primi vaccinati italiani sono stati Alessandra Vergori e Alessandra D’Abramo, specialiste in infettivologia, l’operatore sanitario Omar Altobelli, la biologa Maria Rosaria Capobianchi e l’infermiera Claudia Alivernini dell’ospedale Spallanzani di Roma. In Italia, come nel resto dei paesi europei, le dosi consegnate sono, appunto, simboliche e la distribuzione vera e propria partirà dalla settimana entrante. Secondo quanto riferito dal ministro Roberto Speranza, nel nostro paese arriveranno circa 470mila dosi a settimana.
L’Olanda è, invece, una delle rare voci fuori dal coro. Sebbene il primo carico di 10mila vaccini Pfizer-BioNTech sia già arrivato il governo ha deciso che non inizierà la campagna nazionale fino all’8 gennaio. In cima alla lista, come in moltissimi altri Paesi dell’Ue, ci saranno gli operatori delle case di riposo. Due settimane fa, i Paesi Bassi hanno decretato un secondo lockdown che durerà fino al 19 gennaio. Come scritto dal New York Times, Hugo de Jonge, il ministro della Sanità olandese, ha detto la scorsa settimana che la vaccinazione dei 17 milioni di cittadini del Paese «richiede tempo» e dovrebbe essere fatta «con cura» per garantire la prevenzione di ulteriori decessi e garantire un’ampia copertura. Molti olandesi, scettici dopo che le promesse del governo per contenere la pandemia non hanno funzionato, si chiedono se anche il piano di vaccinazioni non rischi di fallire.