Si parte dall’ospedale Spallanzani di Roma, che ospitò i primi due pazienti Covid in Italia. Questa mattina, alle 7.20, la professoressa Maria Rosaria Capobianchi, l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore sociosanitario Omar Altobelli sono stati i primi in Italia a ricevere il vaccino anti Covid-19. Dopo sono stati vaccinati anche due medici infettivologi sempre dell’Inmi: Alessandra Vergori e Alessandra D’Abramo. Il nostro Paese, insieme con tutta Europa, ha cominciato la sfida decisiva al Covid con quella che istituzioni e scienziati definiscono la più grande campagna di vaccinazione della storia. È il giorno del Vaccine Day, inizia la distribuzione delle prime dosi del farmaco realizzato da Pfizer-Biontech: l’Italia ne ha a disposizione 9.750.
«Oggi l’Italia si risveglia», ha scritto il premier Giuseppe Conte su Twitter, rilanciando l’hashtag #Vaccineday. «Questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus». Dalla Santa Sede si ribadisce che il vaccino deve essere a disposizione di tutti, come ha sottolineato anche il Papa nei giorni scorsi. «È una luce che si accende in un tunnel finora molto buio ma chiede nello stesso tempo una grande responsabilità: affinché il vaccino sia davvero un atto d’amore, come il Papa ha sottolineato, deve essere disponibile per tutti e in tutti i Paesi», ha detto mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
Oggi l’Italia si risveglia. È il #VaccineDay.
Questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus.
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) December 27, 2020
«Il vaccino è un piccolo gesto. Fatelo tutti. È un atto di amore e di responsabilità». Le parole sono di un’emozionata Claudia Alivernini, l’infermiera 29enne dello Spallanzani che per prima ha ricevuto il vaccino anti-Covid. «Oggi è un giorno decisivo. La scienza e la medicina sono le uniche che ci permetteranno di uscire da questa pandemia – ha aggiunto – Ho visto con i miei occhi quanto sia difficile combattere contro questo virus». Allo Spallanzani presenti anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, e il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri.
«Questo vaccino è la strada che serve per chiudere una stagione difficile», ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, parlando allo Spallanzani. «Bisogna resistere ancora alcuni mesi. Non è finita e serve sempre il rispetto delle regole. In questi mesi – ha ribadito Speranza – gli italiani hanno dimostrato di essere all’altezza della sfida e lo dimostreranno di nuovo. Insieme vinceremo la sfida». Il commissario straordinario Domenico Arcuri ha ripetuto che in Italia «il vaccino è gratuito per tutti ma non obbligatorio». Arcuri reso noto che ogni settimana arriveranno 470mila dosi del vaccino, ricordando che «per l’immunità di gregge serve che l’80% di italiani si vaccinino». Ha invitato a essere «cauti, pazienti e responsabili». «La battaglia è ancora molto lunga, non dobbiamo illuderci che tutto sia finito, ma c’è finalmente un vaccino».
Il vaccino arrivato il giorno di Natale dalla casa madre in Belgio, poi consegnato all’Istituto Spallanzani di Roma, è da ieri sera in distribuzione con aerei, camion e auto scortati dalle forze armate (e da domani anche dalle forze dell’ordine) negli hub sul territorio nazionale: 9.750 dosi divise in proporzione alla popolazione. In Lombardia, la regione più colpita dall’epidemia, fin dalla prima ondata, la partita maggiore con 1.620 dosi, poi 975 all’Emilia Romagna, 955 al Lazio, 910 al Piemonte, 875 al Veneto.
Soltanto per il V-Day è stato l’esercito a portare le dosi nei centri di somministrazione regionali: il ministero della Difesa ha schierato 5 aerei e 60 autoveicoli, gli stessi che furono impiegati a Bergamo nella fase più dura della pandemia, in modo tale da poter raggiungere in tempo tutte le Regioni. Nell’operazione ribattezzata Eos, sono stati impiegati due C27J dell’Aeronautica, due Dornier Do. 228 dell’Esercito, un P-180 della Marina e più di 60 autocarri, per un totale di 250 militari coinvolti. Il carico è stato stoccato il 26 dicembre nell’hub nazionale dell’ospedale Spallanzani di Roma e da qui è stato trasferito in 21 ospedali distribuiti in tutta Italia. La stessa operazione sarà ripetuta a fine gennaio, quando saranno disponibili anche i vaccini di Moderna e AstraZeneca