Riapertura palestre, cinema e centri estetici a rischio a metà gennaio
Il governo frena sulla ripartenza di altri settori che potrebbero far rialzare i contagi: il via previsto il 15 potrebbe slittare. Nuove regole per l’attività sportiva. Stop alle discoteche

Riapertura a rischio per palestre, piscine, cinema, teatri e centri estetici. Il Dpcm in vigore scade il 15 gennaio e soltanto a ridosso di quella data si decideranno le nuove aperture. Gli scienziati e i virologi lo ripetono da settimane: molto dipenderà da come arriveremo a quella data. Speranza ha confermato che si continuerà con il sistema delle tre fasce di rischio e il premier Giuseppe Conte non ha escluso che, qualora i numeri dovessero subire una nuova impennata, la zona rossa potrebbe tornare una realtà per i territori che saranno colpiti maggiormente. Solo tra due settimane sarà chiaro se le deroghe di Natale avranno fatto più danni del previsto, annullando parte dei progressi costruiti a suon di chiusure, o se invece saranno state un compromesso sostenibile. E mentre si vive l’attesa, gli esperti del Comitato tecnico scientifico e il governo hanno iniziato a mettere le mani avanti: le riaperture promesse potrebbero non essere poi così certe.
La possibilità di riaprire le palestre è condizionata ad una serie di precauzioni e regole che si stanno mettendo a punto. In discussione, riporta il Corriere della Sera, c’è la possibilità di contingentare ulteriormente il numero degli ingressi, ma anche quello di impedire ai clienti di poter accedere agli spogliatoi. Entro il 6 gennaio gli scienziati contano di elaborare una serie di proposte per garantire il rapporto uno a uno, con l’insegnante che svolgerebbe solo lezioni singole. Nelle piscine si sta valutando una persona per corsia. Per adesso il lavoro degli esperti mira proprio a far inserire nella lista delle riaperture almeno quelle specialità che possono essere svolte in maniera individuale.
Rischia di slittare ancora anche la ripresa dei cinema e dei teatri, così come quella delle sale da concerto. In questo caso il problema non sembra rappresentato da quanto avviene all’interno delle strutture ma dall’esterno con le file agli ingressi. Più semplice potrebbe essere la riapertura dei musei, comunque condizionata agli ingressi contingentati e sempre su prenotazione per evitare affollamenti all’interno.
I gestori dei locali pubblici sono pronti a dare battaglia perché dopo le limitazioni imposte nel periodo festivo, bar e ristoranti – che hanno un protocollo rigido che prevede al tavolo un massimo di quattro persone – possano tornare ad accogliere i clienti pranzo e cena. Certamente escluso, almeno per i prossimi mesi, che possa arrivare il via libera per i grandi eventi, le discoteche e tutte le occasioni dove si prevede un numero alto di persone nello stesso luogo.