Nel sistema a “semaforo” ideato dal governo di Giuseppe Conte con l’Italia divisa in zone rosse, arancioni e gialle spunta la “zona bianca”, che potrebbe essere assegnata alle regioni più virtuose in termini di contagi e pressione sulle strutture sanitarie. L’idea, scrive il Corriere della sera, è nata dal confronto tra il ministro Dario Franceschini e membri del Cts. Tra le misure principali per questa classificazione di colore ci sarebbero lo stop del coprifuoco, la riapertura di ristoranti, bar, pub, cinema, palestre, piscine, musei e teatri.
Nella “zona bianca” che il governo potrebbe istituire con il Dpcm in vigore dal 15 gennaio 2021 rimane obbligatoria la mascherina all’aperto e al chiuso, il distanziamento di almeno un metro tra le persone, il divieto di assembramento e l’obbligo di disinfettare le mani prima di entrare nei locali, ma anche quando si entra in contatto con le altre persone. Ma gli spostamenti sono liberi e potrebbe anche essere rinviato l’orario del coprifuoco.
Sarà il Comitato tecnico scientifico a dover stabilire i parametri per l’ingresso delle Regioni nella fascia bianca. La proposta è arrivata dal ministro della Cultura Dario Franceschini, con l’appoggio del Guardasigilli Alfonso Bonafede, come «ultimo gradino prima del ritorno alla normalità» e l’ha spiegata così: «Poiché la zona gialla ha limiti enormi, a cominciare dal coprifuoco, facciamo una zona bianca, nella quale si accede sotto un certo indice Rt di trasmissione dei contagi».
A questo punto si discute anche di come potrebbero cambiare i parametri dell’indice Rt per far scattare la zona bianca. Secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica, per accedere alla zona bianca (o verde) una regione non dovrà avere più di 50 casi covid ogni 100mila abitanti. Il governo ha già intenzione di modificare la soglia dell’Rt anche per l’accesso in zona arancione o rossa portandolo rispettivamente a maggiore di 1 e maggiore di 1,25.