La crisi politica innescata dalle dimissioni dei ministri di Italia viva dal governo Conte può generare esiti opposti ovvero rafforzare o indebolire l’esecutivo con conseguenze per l’Europa intera. È un bivio che ha un forte valore strategico perché il nostro Paese si trova a combattere contro una pandemia globale e a progettare la ricostruzione del’Ue. Siamo un tassello di un mosaico comunitario, che richiede responsabilità reciproche. L’Ue si trova a fare i conti con una nuova onda di instabilità politica che attraversa l’intero continente dall’Italia ai Paesi Bassi, dall’Estonia alla Slovenia.
Nei Paesi Bassi il premier, Mark Rutte, si è dimesso dopo uno scandalo riguardante l’amministrazione fiscale. La decisione dopo la pubblicazione di un rapporto schiacciante contro l’esecutivo dell’Aja sul “toeslagenaffaire”, il cosiddetto caso degli assegni familiari. La crisi di governo olandese, peraltro, arriva a soli due mesi dalle elezioni legislative del prossimo 17 marzo, che dovrebbero determinare la composizione del prossimo esecutivo. Il governo olandese e «nessun altro» ha la «responsabilità politica» dello scandalo, ha dichiarato in conferenza stampa il primo ministro olandese annunciando le dimissioni in blocco del governo e definendo «dura e giusta» la relazione del parlamento che ha portato alla luce gli abusi compiuti dagli esattori. «Persone innocenti sono state criminalizzate, le loro vite sono state distrutte e la Camera ne è stata informata in modo errato e incompleto – ha aggiunto Rutte -La responsabilità politica in ultima analisi spetta al governo in carica e a nessun altro». Secondo quanto emerso da un’inchiesta del parlamento olandese, i funzionari avrebbero posto fine alle indennità di migliaia di famiglie, accusate ingiustamente di frode. Successivamente, le avrebbero costrette a restituire retroattivamente quelle ricevute in diversi anni.
Nel frattempo, a poche ore dalle dimissioni di Rutte, in Slovenia i partiti di opposizione hanno presentato in parlamento una mozione di sfiducia nei confronti del governo di centrodestra di Janez Jansa. Bisognerà aspettare settimana prossima per conoscere l’esito del voto. In Estonia il primo ministro Juri Ratas, ha rassegnato le dimissioni lo scorso 13 gennaio dopo che il suo partito è stato travolto da uno scandalo di corruzione. Ciò ha comportato la caduta dell’esecutivo di coalizione di centrodestra, che era sostenuto anche da un partito di estrema destra.
Le crisi di governo in Ue si moltiplicano.L’unico leader delle istituzioni dell’Ue ad aver lanciato un allarme dopo che la notizia della crisi di governo in Italia è stato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, il quale in un comunicato ha ribadito quanto sia fondamentale il piano del Recovery Plan varato dal governo italiano e quanto sia «un bene prezioso anche per l’Ue» la stabilità dell’Italia. Ursula von der Leyen, si sarebbe limitata a interpellare il commissario europeo Paolo Gentiloni per accertarsi che l’iceberg Renzi non affondi il titanic giallo-rosso, mentre la Commissione ha semplicemente detto che coopererà con le autorità in carica, qualsiasi esse siano.
Come ha sottolineato Sassoli la preoccupazione è dovuta, almeno in parte, al fatto che questa crisi di Governo potrebbe ritardare l’approvazione dei vari piani per il Next Generation Eu e quindi l’inizio del “New Deal Europeo”. Adesso il prossimo appuntamento con l’Eurogruppo è lunedì dove il ministro dell’Economia Gualtieri probabilmente si troverà costretto a spiegare ai suoi omologhi cosa sta accadendo, così come dovranno fare anche i ministri delle finanze estoni, olandesi e sloveni. Poi il 27 gennaio ci sarà la firma del nuovo trattato per riconfermare il Mes, ma forse a quel punto, almeno in Italia, la crisi di Governo sarà finita.