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La Cina torna a costruire ospedali Covid

Giusy Bottari di Giusy Bottari
Gennaio 17, 2021
in Mondo
Tempo di lettura: 2min read
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Con il tempo record di 5 giorni, la Cina ha terminato la costruzione di un ospedale da 1.500 stanze destinato ai pazienti affetti da Covid-19 per combattere un’ondata di infezioni in una città a sud di Pechino. Nel Paese considerato l’epicentro della pandemia si è registrato il numero più alto di contagi dal 5 marzo scorso, e un nuovo decesso dopo otto mesi.

Il 14 gennaio in Cina è stato registrato il primo morto da Covid-19 da maggio del 2020 e nella settimana precedente la media dei nuovi casi positivi al coronavirus era stata di 146 persone al giorno. Sono i numeri più alti da diverso tempo, e anche se non farebbero allarmare molti dei Paesi che stanno cercando di limitare la pandemia (in Italia, per esempio, il 14 gennaio sono stati rilevati più di 17mila contagi), in Cina stanno creando una certa preoccupazione. I nuovi casi positivi sono dovuti quasi interamente a focolai scoperti in due province: lo Heilongjiang, nel nord-est del Paese, e lo Hebei, intorno a Pechino. In risposta alla risalita dei contagi, in queste due zone 22 milioni di persone sono state sottoposte a un lockdown (che è stato esteso anche ad alcuni quartieri di Pechino).

LEGGI ANCHE: Cina, da epicentro del contagio a modello vincente

Lo Hebei, che ha fatto registrare più contagi rispetto allo Heilongjiang, preoccupa maggiormente, proprio per la sua posizione che circonda la capitale, e il segretario del Partito comunista provinciale, Wang Dongfeng, ha detto che questo lockdown deve servire a creare «un fossato» che protegga Pechino. A Shijiazhuang, capitale dello Hebei, dall’8 gennaio sono stati fatti tamponi praticamente a tutti gli oltre 10 milioni di abitanti e 354 sono stati trovati positivi. Appena fuori della città, a Nanong, è stato costruito il primo dei sei ospedali previsti per fronteggiare l’emergenza. Tutti dovrebbero essere completati entro la prossima settimana, riferisce l’agenzia di stampa Xinhua.

Un programma simile di rapida costruzione era stato lanciato all’inizio dell’epidemia lo scorso anno per istituire ospedali di isolamento a Wuhan, la città dove il virus venne segnalato la prima volta alla fine del 2019. La Cina, che ha in gran parte contenuto la diffusione del coronavirus, ha subito una nuova ondata di infezioni questo mese che preoccupa il governo cinese. La preoccupazione deriva anche dal periodo in cui si è verificato il nuovo aumento dei contagi. Il capodanno cinese sarà il 12 febbraio e tra qualche settimana milioni di persone si sposteranno per i festeggiamenti, soprattutto lavoratori delle città e che torneranno nel proprio villaggio d’origine per trascorrere le feste con le famiglie. Per questo i governi locali e le aziende delle zone in lockdown stanno chiedendo ai lavoratori di non partire per il capodanno, offrendo degli incentivi: aumenti di stipendio, premi, accordi per usare le ferie in un altro periodo, ma anche intrattenimento nel periodo festivo e cene di capodanno gratuite. Un anno fa il capodanno fu individuato come uno dei principali canali di diffusione del virus nel Paese.

Al momento in Cina è stato autorizzato un vaccino, quello dell’azienda farmaceutica statale Sinopharm, che aveva cominciato a essere somministrato a luglio, ma solo ad alcune fasce specifiche della popolazione, per esempio funzionari governativi. Ora l’uso è stato esteso, ma non ancora a tutti: possono ricevere le dosi solo alcune categorie a rischio, come medici, infermieri, insegnanti, poliziotti e solo tra i 18 e i 59 anni. L’obiettivo è di vaccinare 50 milioni di persone prima dell’11 febbraio, che è appunto l’inizio del periodo di festività del capodanno cinese.

Tags: Aumento di contagiCinaCoronavirusCovid-19HebeiOspedali Covid
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