«Il governo ha operato con massimo scrupolo e attenzione per i delicati bilanciamenti anche costituzionali. Se io oggi posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori ma è per la consapevolezza di chi ha operato con tutte le energie fisiche e psichiche per la comunità nazionale. Nel dibattito pubblico che si è levato in questi mesi di emergenza di coronavirus, alcuni hanno opinato che la pandemia avrebbe schiacciato la politica. È stata politica la scelta di tutelare la salute, ma anche nella consapevolezza che solo tutelando quel bene primario si sarebbe potuta preservare la tenuta economica del Paese». Così, in attesa della resa dei conti di domani 19 gennaio al Senato, il premier Giuseppe Conte ha aperto alla Camera la parlamentarizzazione della crisi di governo. «Una situazione per nulla semplice, da cui speriamo di uscirne rapidamente», ha detto il premier dicendosi comunque «fiducioso, sia nei confronti dei parlamentari, sia del Paese».
«Questo esecutivo è nato sui valori della Carta costituzionale e su una solida vocazione europeista». È da questo che bisogna ripartire per rilanciare l’alleanza di governo. «Sin dall’inizio – continua il premier – mi sono adoperato perché si delineasse la prospettiva di un disegno riformatore, ampio e coraggioso per configurare una nuova stagione riformatrice basata sulla sostenibilità, sulla coesione sociale e territoriale, sul pieno sviluppo della persona umana».
Poi all’inizio del 2020 la pandemia ha cambiato la prospettiva. «E ci siamo trovati di fronte ad una sfida epocale». «Abbiamo seguito il principio di leale collaborazione con cui sarebbe stato possibile attuare strategie di intervento efficace. La pandemia, prosegue Conte, ha poi rafforzato nelle forze politiche che con lealtà hanno sostenuto il governo la consapevolezza del valore del dialogo. In questi mesi drammatici questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo convergenza di vedute, risolutezza di azione anche nei momenti più difficili», ha sottolineato Conte
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Il presidente del consiglio ha rivendicato la «visione europeista» del suo governo e il «ruolo centrale» avuto dall’Italia nella partita sul Recovery Fund. «Abbiamo posto le basi per un deciso rilancio della crescita». Il premier ha poi sottolineato l’importanza che ha avuto la maggioranza in questi mesi difficili, «anche nei passaggi critici». Ha poi rivendicato di avere improntato tutta l’azione dell’esecutivo nell’affrontare l’emergenza sanitaria e di avere stanziato più di 100 miliardi di euro per dare assistenza ai cittadini e alle categorie professionali. Quanto ai provvedimenti restrittivi, ha sottolineato, «solo tutelando la salute dei cittadini è possibile preservare il tessuto produttivo».
Conte ha ricostruito i passaggi che hanno portato al disimpegno di Italia Viva dalla maggioranza, ricordando l’astensione delle ministre Bellanova e Bonetti in occasione dell’approvazione in Cdm del Piano di resistenza di resilienza «nonostante i miglioramenti inseriti e usando come presupposto solo il mancato inserimento del Mes» e la conferenza stampa del 13 gennaio in cui Renzi ha annunciato il ritiro della delegazione di Italia Viva. «Per questo oggi sono qui- per spiegare le ragioni di una crisi per me infondata e per cui provo disagio». «C’era davvero bisogno di aprire una crisi in questo momento? La risposta è no. Abbiamo compiuto tutti i passi per evitare che questa crisi potesse esplodere».
«Ora si volta pagina, il Paese si merita un governo coeso che lavori a un’incisiva ripresa della nostra economia» ha detto il premier. «Arrivati a questo punto non si può cancellare quanto accaduto e non si può pensare di recuperare quel clima di fiducia che è condizione imprescindibile per lavorare insieme. Adesso si volta pagina». Conte rilancia le riforme istituzionali e promette «una riforma elettorale di impianto proporzionale, quanto più possibile condivisa che possa coniugare le ragioni della rappresentanza con la necessità di assicurare stabilità al sistema politico». E fa il suo appello ai parlamentari: «Governo con forze parlamentari volenterose». Conte non usa né la parola «responsabili», che richiama troppo l’esperienza di Razzi e Scilipoti, ma neanche quella di «costruttori», evocata dal Capo dello Stato ma poi logorata in troppe cronache. Preferisce parlare di forze parlamentari «volenterose». Spiega che «servono persone che vogliono mantenere alta la dignità della politica».