La Camera ha dato il via libera alla fiducia al governo Conte con 321 voti a favore, 259 contrari e 27 astenuti. Il presidente del Consiglio ha quindi ottenuto 6 voti in più della maggioranza assoluta, fissata a 315. La lunga giornata di Montecitorio, che era iniziata questa mattina alle 12.13, quando il premier è intervenuto in Aula rilanciando l’alleanza di governo e aprendola ai «volenterosi» che hanno «a cuore il destino dell’Italia», si è conclusa con la votazione sulla fiducia sulle comunicazioni del presidente del Consiglio. Domani il governo sottoporrà la stessa questione di fiducia anche al Senato, dove i numeri sono molto più in bilico.
Il governo ha ottenuto i voti che ci si aspettava: oltre alle forze rimasti fedeli (M5s, Pd, Leu), quelle del gruppo Misto (Centro democratico, le minoranze linguistiche, il movimento degli italiani all’estero) hanno votato sì cinque deputati ex M5S, il grillino dissidente Andrea Colletti, e Renata Polverini, che dopo aver dato la fiducia al governo ha lasciato Forza Italia. Aveva annunciato l’astensione, invece, Italia viva che conta 30 deputati e dunque registra 3 defezioni. Il voto di oggi non ha dato particolari indicazioni su quello di domani al Senato. Le ultime stime dei cronisti parlamentari danno la maggioranza di governo al di sotto della soglia della maggioranza assoluta fissata ai 161 senatori, cioè intorno ai 155.
Ottimo! Maggioranza assoluta alla #Camera. Un fatto politico molto importante. Ora avanti per il bene dell’Italia!
#fiducia— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) January 18, 2021
«Maggioranza assoluta alla Camera. Un fatto politico molto importante. Ora avanti per il bene dell’Italia!», scrive su twitter il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Non ha commentato il voto, invece, Conte. Il capo del governo ha deciso di recarsi in Parlamento «per provare a spiegare una crisi in cui non solo i cittadini, ma io stesso, non trovo alcun plausibile fondamento». All’aula, il premier ha spiegato che «dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di compiere dipende il futuro del Paese». È uno dei passaggi cruciali delle sue comunicazioni alla Camera, che aprono la prima tappa parlamentare della crisi di governo, a cui è seguito il dibattito e poi il voto dei deputati. Una lunga giornata durata quasi nove ore e che precede la resa dei conti del Senato.