È ufficiale: il premier Giuseppe Conte ha rassegnato le dimissioni. In un incontro di circa mezz’ora al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Conte ha formalizzato la decisione annunciata qualche ora prima nel corso di un Consiglio dei ministri. La crisi di governo è quindi ufficialmente aperta: Mattarella inizierà mercoledì pomeriggio le consultazioni per la formazione del nuovo governo.
comunicazioni del Segretario Generale del #Quirinale #Zampetti a seguito delle dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri #Conte pic.twitter.com/S8tWWjV1sr
— Quirinale (@Quirinale) January 26, 2021
Il piano di Conte, che ha dalla sua parte il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, è quello di riottenere da Mattarella l’incarico di formare un nuovo governo, che sarebbe il suo terzo consecutivo: è un esito probabile, ma non certo. Dopo l’uscita di Italia Viva dalla maggioranza e la precaria fiducia ottenuta al Senato la settimana scorsa, il governo rischiava seriamente di cadere sul voto previsto per mercoledì sulla relazione sull’amministrazione della giustizia che avrebbe dovuto illustrare il ministro Alfonso Bonafede. Conte ha quindi voluto evitare di andare in minoranza, uno scenario nel quale sarebbe stato ben più difficile riottenere l’incarico da Mattarella. Il suo obiettivo principale, se riceverà nuovamente l’incarico, diventerebbe trovare una maggioranza più ampia di quella attuale convincendo quei partiti di centro e forse anche un pezzo di centrodestra, sulla base di un nuovo patto di governo più attraente di quello proposto nei tentativi di allargare la maggioranza.
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La lunga e amara giornata di Conte è iniziata alle 9 con l’ultimo Consiglio dei ministri dell’esecutivo giallorosso. «Ringrazio ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme», ha detto Conte alla sua ormai ex squadra di governo. A mezzogiorno la seconda tappa della giornata di Conte: puntuale è salito al Colle aprendo così una delicata crisi di governo. Poi in Senato e alla Camera per comunicare ai presidenti, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, di aver rimesso il mandato al presidente della Repubblica. Da questo momento in poi tutti gli scenari che dovrà valutare il capo dello Stato sono possibili: dal reincarico al premier uscente per un Conte-ter, come sperano Pd, M5s e Leu, fino alla soluzione estrema dello scioglimento delle Camere.