La corsa al vaccino anti-Covid italiano va avanti. È arrivato il via libera all’accordo di sviluppo Invitalia-Reithera. Il cda di Invitalia ha approvato il contratto presentato da ReiThera che finanzia un investimento industriale e di ricerca da 81 milioni di euro. «Gran parte dell’investimento, 69,3 milioni, sarà destinato alle attività di ricerca e sviluppo per la validazione e produzione del vaccino anti-Covid. La restante quota (11,7 milioni) sarà utilizzata per ampliare lo stabilimento di Castel Romano (Roma), dove sarà prodotto l’antidoto», si legge in una nota di Invitalia.
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Con i ritardi annunciati nelle consegne di dosi, sia da parte di Pfizer sia di Astrazeneca (l’approvazione dell’Ema è prevista per il 29 gennaio), il programma di sviluppo del vaccino italiano registra finalmente un’accelerazione. L’azienda ha già concluso la fase 1 della sperimentazione, «che ha dimostrato la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino – continua la nota – e ora, anche grazie a questo ulteriore investimento, si passa allo stadio successivo, relativo ai test di sicurezza ed efficacia. L’obiettivo è arrivare in tempi rapidi ad ottenere le necessarie autorizzazioni da parte delle autorità di vigilanza sia europee che italiane per poter somministrare il vaccino». A febbraio si partirà con la fase 2 delle sperimentazioni. Se tutto procederà senza intoppi e la fase 3 porterà agli esiti sperati, a giugno potrebbe essere presentata la richiesta di autorizzazione.
La capacità produttiva prevista a regime è pari a 100 milioni di dosi all’anno. Si prevedono, inoltre, 40 nuove assunzioni. «Inoltre – prosegue la nota dell’agenzia – in attuazione delle previsioni dell’articolo 34 del decreto-legge 14 agosto 2020, Invitalia acquisirà una partecipazione del 30% del capitale della società, a seguito di un aumento del capitale di Reithera». Finora lo sviluppo e i test del vaccino avevano sfruttato 12 milioni di investimenti propri da parte di ReiThera e 8 milioni di Regione Lazio e Ministero dell’Università e della Ricerca.
«È un accordo importante per ridurre la dipendenza del nostro Paese in un settore delicatissimo per la tutela della salute dei nostri cittadini – spiega Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid e amministratore delegato di Invitalia – La produzione italiana di vaccini andrà ad aggiungersi a quelle realizzate all’estero rafforzando la capacità di risposta nazionale alla pandemia e accelerando così l’uscita dalla crisi».