Peggiora la situazione in Europa, spaventano le varianti inglese, brasiliana e sudafricana, mentre Commissione ue e Stati membri cercano di contenere i contagi. Anche perché gli scienziati in più occasioni hanno avvertito che le vaccinazioni sono a rischio in caso di una terza ondata. Ma allo stesso tempo a Bruxelles sanno bene che non si può tornare alla situazione di marzo, con le frontiere chiuse e il mercato interno in difficoltà. La Commissione Ue, spinta dagli Stati membri con in testa la Germania e la Francia, dunque invita a evitare tutti i viaggi non essenziali per chi si trova nelle aree ad alto rischio che verranno identificate con una nuova colorazione: «rosso scuro».
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Secondo la raccomandazione della Commissione Ue, che mira a contrastare la diffusione delle nuove varianti del coronavirus, per chi proviene da una regione «rosso scuro» gli Stati membri dovrebbero richiedere di effettuare un test prima dell’arrivo e trascorrere un periodo di quarantena. Per l’Italia sono Friuli Venezia Giulia e provincia autonoma di Bolzano le aree in «rosso scuro» nella mappa dei contagi da Covid-19 pubblicata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), aggiornata al 28 gennaio. Inizialmente, l’Ecdc aveva indicato anche Veneto ed Emilia Romagna in zona rosso scuro, poi ha corretto la valutazione.
«È vergognoso che il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) abbia oggi aggiornato la mappa dei contagi da Covid-19 in Europa, collocando Friuli Venezia Giulia tra le aree in rosso scuro. Si tratta di Regioni che in Italia non sono mai state nemmeno in zona rossa. Chiediamo al governo di intervenire subito a livello europeo per chiedere la correzione di questa mappatura», ha detto il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga. Le regioni temono di vedere penalizzati i propri cittadini. Ma sanità e frontiere sono competenza esclusiva nazionale, dunque gli Stati membri sono liberi di adottare le misure restrittive che ritengono migliori purché non producano delle situazioni di discriminazione tra i cittadini europei. Quindi gli Stati membri potrebbero decidere di applicare alla lettera le indicazioni della Commissione ma anche di fare diversamente come abbiamo visto nei mesi passati.
La mappa elaborata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) è basata sui dati forniti dagli Stati membri ogni settimana: il numero di nuovi casi notificati ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni; il numero di test per 100 mila abitanti effettuati nell’ultima settimana (tasso di test); la percentuale di test positivi effettuati nell’ultima settimana (tasso di positività del test). Sulla base di questi dati, l’Ecdc pubblica la mappa settimanale degli Stati membri combinando il numero di nuovi casi notificati con la percentuale di test positivi, che si traduce nei cinque colori rosso scuro, rosso, arancione, giallo e verde più il grigio che indica assenza di dati sufficienti. Dunque la mappa italiana e quella europea non sono perfettamente sovrapponibili.