Per cercare di capire come si risolverà la crisi di governo dopo le dimissioni di Giuseppe Conte, tra il Conte ter e l’esecutivo di unità nazionale, spunta anche la cosiddetta “maggioranza Ursula”. Nelle ultime ore l’espressione è stata utilizzata anche da alcuni partiti e gruppi parlamentari per indicare la nascita di un governo sostenuto da una maggioranza simile a quella che, nel 2019, aveva permesso la conferma della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen: composta cioè dai partiti conservatori e progressisti, e anche da un pezzo degli euroscettici più moderati
Si tratterebbe di mettere insieme Pd, Leu e M5s, che già oggi sostengono il governo Conte, con Forza Italia, i cui voti sarebbero provvidenziali a Roma per sostituire i senatori di Italia viva che hanno ritirato il loro appoggio al governo Conte 2. Resterebbero escluse le forze non europeiste, come Lega e Fratelli d’Italia.
È stato Romano Prodi a usare per la prima volta l’espressione “maggioranza Ursula”. Nell’estate del 2019, poco prima, quindi, che si trovasse la quadra per il governo Conte 2, l’ex premier ha benedetto l’intesa di legislatura tra M5s e Pd utilizzando questa locuzione che fa riferimento alle forze politiche che a Strasburgo hanno eletto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Nonostante lo scrutinio segreto, sulla base delle dichiarazioni precedenti al voto, per la conferma di von der Leyen – già sostenuta dal Partito Popolare Europeo, da una parte dei socialdemocratici (S&D) e dai liberali – sono stati determinanti i voti di alcuni partiti euroscettici. Per quanto riguarda l’Italia, dunque, von der Leyen è stata votata da Forza Italia (che fa parte della famiglia politica del Partito Popolare Europeo), dal Partito Democratico (che appartiene al gruppo dei Socialisti e Democratici), e dal Movimento 5 Stelle.
Adesso, c’è chi ipotizza l’uscita dalla crisi grazie alla formazione di un governo composto da Pd, Leu e M5s con l’aggiunta di Forza Italia, i cui voti sarebbero necessari per sostituire Italia Viva, il partito di Renzi che ha innescato la crisi uscendo dal governo e dalla maggioranza. L’ipotesi preferita da Conte, dal Pd e dal M5s era quella di trovare abbastanza parlamentari disposti a passare alla maggioranza, formando una nuova forza politica che sostituisse Italia Viva senza però arrivare a un governo che coinvolgesse parte del centrodestra.
Durante le consultazioni con il presidente della Repubblica è stata Emma Bonino, leader di +Europa, a rilanciare l’idea di un governo di stampo europeista: «Abbiamo manifestato al presidente Mattarella con chiarezza che non siamo disponibili a nessun tipo di continuità ma siamo disponibili a discutere di contenuti con un nuovo eventuale presidente incaricato con un autorevole profilo europeista e riformatore con una maggioranza più ampia e pari a quella che nella Commissione Ue sostiene Ursula Von Der Leyen».