È il giorno delle consultazioni per Mario Draghi. L’uomo scelto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrerà le forze politiche per valutare se potrà formare un governo tecnico o politico e, soprattutto, per capire se riuscirà ad avere i numeri per la fiducia in Parlamento. Il sostegno al governo non è scontato: il Movimento 5 Stelle è diviso, anche se al termine del vertice con Pd e Leu è stato stabilito di mantenere una linea politica unitaria. Anche nel centrodestra emergono linee diverse: Berlusconi ha definitivamente sciolto la riserva, dichiarando apertamente il proprio sostegno a Draghi, Giorgia Meloni propende per l’astensione, Salvini continua a chiedere elezioni pur non escludendo la fiducia.
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A cambiare gli equilibri le parole di Conte. Il premier dimissionario ha incontrato la stampa fuori da Palazzo Chigi e ha mostrato “un’apertura” ad un governo politico: «Ieri ho incontrato Draghi: un colloquio lungo, molto aperto al termine del quale gli ho fatto gli auguri di buon lavoro. Mi descrivono come un ostacolo, evidentemente non mi conoscono o parlano in mala fede. I sabotatori cerchiamoli altrove. Ho sempre lavorato per il bene del Paese e perché si possa formare un nuovo governo. Da questo di vista auspico un governo politico che sia solido: le urgenze del Paese richiedono scelte politiche, non possono essere affidate a squadre di tecnici». Quindi Conte si è rivolto ai 5 stelle: «Agli amici del Movimento dico: io ci sono e ci sarò». Ha poi rilanciato il rapporto di collaborazione con Pd e Leu nel segno della crescita sostenibile e dell’inclusione sociale. «Agli amici Pd e di Leu dico che dobbiamo lavorare tutti insieme perché l’alleanza per lo sviluppo sostenibile che abbiamo iniziato a costruire è un progetto forte e concreto».
Secondo gli osservatori, Conte con il suo discorso davanti a Palazzo Chigi è ufficialmente sceso in
campo: la decisione sarebbe maturata nelle ultime ore nelle quali, secondo quanto si apprende, ci sarebbero stati anche numerosi contatti con il fondatore del M5s Beppe Grillo. Quanto al sostegno a Mario Draghi, viene spiegato, la scelta spetterà al Movimento 5 stelle. Intanto da Luigi Di Maio è arrivato l’invito ai parlamentari cinquestelle a mostrare maturità: «Abbiamo il dovere di ascoltare Draghi – ha detto il ministro degli Esteri uscente – e di assumere poi una posizione sulla base di quello che i parlamentari decideranno». Una dichiarazione che non scioglie la riserva ma apre al premier incaricato: «Comprendo gli animi e gli umori di queste ultime ore. È legittimo. Stiamo attraversando una crisi politica complessa e non abbiamo colpe. Non abbiamo cercato noi lo stallo, non avremmo mai voluto che si arrivasse a questo, con una pandemia in corso e le enormi difficoltà del nostro comparto produttivo. Ma è proprio in queste precise circostanze che una forza politica si mostra matura agli occhi del Paese».
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Anche il centrodestra ancora non ha trovato una linea comune sul governo Draghi. La spaccatura è forte, le posizioni tra i leader della coalizione ancora troppo distanti. Difficilmente, riferiscono fonti parlamentari, l’opposizione si presenterà con una delegazione unitaria alle consultazioni con il premier incaricato dopo il sì di Forza Italia al governo Draghi. Antonio Tajani, apprende l’Adnkronos, durante la riunione del gruppo azzurro alla Camera di stamane, avrebbe ammesso le difficoltà all’interno del centrodestra, spiegando che le posizioni tra gli alleati sono distanti e quindi l’opposizione potrebbe andare da Draghi con delegazioni separate. Fi, insomma, andrà per conto suo, come Lega, Fdi e le formazioni centriste. Insieme, raccontano, si dovrebbero presentare invece, Udc, Cambiamo e Noi per l’Italia.
È stato Silvio Berlusconi in persona ad annunciare l’appoggio ad un esecutivo guidato da Mario Draghi: «La scelta del presidente della Repubblica di conferire a Mario Draghi l’incarico di formare il nuovo governo va nella direzione che abbiamo indicato da settimane, quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese». L’Italia, ha detto ancora Berlusconi, «ha bisogno di ricevere risposte certe e immediate sull’emergenza sanitaria, economica e sociale». Ed è compito della politica «assumersi la responsabilità delle scelte con le donne e gli uomini che la rappresenteranno nell’esecutivo». Tuttavia, preservare l’unità del centrodestra viene considerato essenziale: «Ci siamo confrontati e continueremo a confrontarci con i leader del centrodestra, convinti dell’importanza di preservare un’alleanza essenziale per il futuro del Paese».