Sono arrivati in Cina, si sono recati all’Istituto di Virologia di Wuhan per raccogliere dati e informazioni, hanno visitato il mercato ittico della prima città focolaio del mondo dove vennero riscontrati i primi casi di Covid-19. Adesso dopo aver terminato l’indagine sull’origine del coronavirus il team dell’Organizzazione mondiale della Sanità conferma di fatto quanto era già stato riferito nei mesi successivi all’esplosione della pandemia: il virus ha un’origine animale. L’ipotesi della fuga da un laboratorio cinese «è estremamente improbabile», ha chiarito il capo missione dell’Oms, Peter Ben Embarek.
Ma non ci sono ancora risposte definitive alle domande che da più di un anno dividono il mondo: come, quando e da dove è partito il Sars-CoV-2 che ha scatenato la pandemia di Covid-19? «Non abbiamo scoperto qualcosa che abbia drammaticamente cambiato la storia. Non sappiamo quale ruolo abbia avuto il mercato di Wuhan. Però abbiamo aggiunto nuovi dettagli importanti per la nostra comprensione», ha detto Peter Ben Embarek, capo della squadra di esperti dell’Oms arrivata a Wuhan il 14 gennaio. La ricerca sull’origine del coronavirus è ancora un «work in progress», dice Embarek in conferenza stampa, ma «tutti i dati che abbiamo raccolto sin qui ci portano a concludere che l’origine del coronavirus sia animale». Non è ancora chiaro però di quale animale si tratti. «Pipistrelli e pangolini sono i candidati più probabili – spiega il professore Lian Wannian, a capo della delegazione di 17 esperti cinesi che ha affiancato gli 17 scienziati internazionali dell’Oms – ma i campioni di coronavirus trovati in quelle specie non sono identici al Sars-Cov-2».
Il dottor Embarek ha elencato le quattro ipotesi sull’inizio del contagio sulle quali si è concentrata l’indagine: trasmissione diretta del coronavirus da una specie animale all’uomo; salto attraverso una specie intermedia; diffusione attraverso la catena alimentare; errore di laboratorio. Gli esperti dell’Oms si sentono di escludere che il Sars-CoV-2 sia sfuggito dal laboratorio di Wuhan e non credono che sia il caso di continuare a cercare in quella direzione. Le prime tre ipotesi meritano di essere ancora indagate.
«Ora il lavoro di tracciamento dell’origine del Covid-19 procederà nel resto del mondo e non sarà vincolato ad alcuna località», ha aggiunto Wannian, mentre il capo della missione Oms ha parlato della necessità di continuare le ricerche, ma non nella direzione di una fuga del Covid da un laboratorio. La prossima frontiera? «Sappiamo che il virus può sopravvivere nei cibi surgelati – conclude Embarek – ma non sappiamo ancora se da questi si può trasmettere all’uomo. Su questo servono più ricerche». Bisognerà studiare ancora, per capire e prevenire nuove pandemie, dicono gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità. Dopo 13 mesi, 107 milioni di malati e 2,3 milioni di morti, il mondo aspetta ancora una risposta.