Il «segnale» che aspettava il Movimento 5 stelle è arrivato: Mario Draghi ha accettato la proposta di Beppe Grillo per il ministero per la transizione ecologica. La conferma è arrivata dalla presidente Wwf Donatella Bianchi al termine delle consultazioni con le parti sociali: «La buona notizia è che il super ministero ci sarà». Centrale per il sostegno del M5s a Mario Draghi era diventata, nelle ultime ore, la nascita di un super ministero per la transizione ecologica che «fonde le competenze per lo sviluppo economico, l’energia e l’ambiente».
Un Super-Ministero per la transizione ecologica lo hanno Francia, Spagna, Svizzera, Costarica e altri paesi. Presto lo dovranno avere tutti. Non lo dico io. Ce lo gridano la natura, l’economia, la società. https://t.co/TIZBtUdydb
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) February 10, 2021
Il garante del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo nelle ultime ore aveva chiesto fortemente questo ministero, citando casi simili in Francia, Spagna, Svizzera e auspicando l’accorpamento tra i ministeri dello Sviluppo Economico e quello dell’Ambiente. «Un Super-Ministero per la transizione ecologica lo hanno Francia, Spagna, Svizzera, Costa Rica e altri paesi. Presto lo dovranno avere tutti. Non lo dico io. Ce lo gridano la natura, l’economia, la società. E anche Papa Francesco», scrive Grillo sul suo Blog. Ma di cosa si tratta esattamente? «Un Super-Ministero per la transizione ecologica fonde le competenze per lo sviluppo economico, l’energia e l’ambiente. Capiamolo, una volta per tutte: è l’economia che rovina l’ambiente, non il contrario».
E che poteri dovrebbe avere in Italia dove dal 1986 esiste già il ministero dell’ambiente? Per Grillo è uno «strumento fondamentale, perché i ministeri dell’ambiente sono obsoleti» e «da cinquant’anni abbiamo il motore economico-ecologico in folle». Le emergenze, per Grillo, sono il clima, la biodiversità, le disuguaglianze, il lavoro, le migrazioni. «Questa è una pand-economia micidiale. In mezzo secolo, ha fatto più morti che il Covid in un anno». Il cambiamento climatico «è ora il problema economico più grave, sta minacciando l’economia, la crescita, la finanza e fa crescere povertà, disoccupazione, migrazioni».
Tra i modelli citati da Grillo ci sono Francia, Spagna e Svizzera. La Francia ha un dicastero definitivo «della transizione ecologica» che il presidente Emmanuel Macron ha affidato alla ministra Barbara Pompili. Si tratta dell’evoluzione del ministero dell’ambiente istituito nel 1971 e che via via ha assunto diverse denominazioni tra le quali «ministero per la qualità della vita» e «ministero dello sviluppo sostenibile». Con il passare degli anni questa è diventata una casella di rilievo nel governo francese, assorbendo, oltre alle politiche di protezione ambientale anche quelle sui trasporti e quelle dell’energia. Non ha incluso invece le funzioni del mistero dell’economia.
Anche la Spagna ha un ministero per la «transizione ecologica», affidato dal premier Pedro Sanchez a Teresa Ribera Rodriguez. Due sono i principali obiettivi assunti al momento dell’insediamento nel 2018: portare al Congresso una legge sui cambiamenti climatici ed elaborare un piano energetico per i prossimi 10 anni e presentarlo a Bruxelles.
In Svizzera l’esempio è il Dipartimento federale dell’Ambiente, dei trasporti dell’energia e delle comunicazioni (Datec) e si occupa di politica ambientale, gestione e sviluppo dei trasporti, gestione e vigilanza sulle fonti energetiche e mezzi di comunicazione, in particolare della televisione. Deve vigilare perché queste infrastrutture vitali siano usate in modo corretto e ne mettano in pericolo l’ambiente, la sicurezza o la salute dei cittadini. Dal gennaio 2019 a guidarlo è la socialista Simonetta Sommaruga. In Costa Rica c’è il ministero dell’Ambiente e dell’Energia (Minae), è guidato da Andrea Meza Murillo e si occupa delle politiche in materia di protezione ambientale, uso sostenibile delle risorse naturali e della promozione dell’uso di fonti di energia rinnovabili per dare attuazione al piano di sviluppo del Paese.