La variante inglese del coronavirus è ormai diffusa nella maggior parte del territorio italiano, almeno nell’88% delle regioni secondo i risultati dell’indagine rapida condotta il 4 e 5 febbraio da Istituto Superiore di Sanità (Iss) e ministero della Salute. È un quadro tutt’altro che uniforme, quello che emerge dai primissimi rilievi fatti nelle regioni, e che indica come in alcune di esse la prevalenza della variante inglese raggiunga il 59%. Questo è possibile alla luce del fatto che questa variante è più contagiosa dal 30% al 50% e potrebbe avere una mortalità superiore dal 30% al 70% rispetto ad «altre varianti non preoccupanti» in circolazione, secondo quanto scrivono gli esperti del New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group, il gruppo britannico che assiste il governo nella gestione della pandemia e basati su 12 indagini indipendenti condotte in Gran Bretagna, dove la variante è stata scoperta il 20 settembre 2020.
La variante inglese è concentrata in alcuni focolai locali: soprattutto in Abruzzo (oltre il 50% di prevalenza), Campania, Lombardia (si stima rappresenti il 30% dei positivi), in Veneto (il 20% dei tamponi), in Puglia (il 15,5% dei casi), in Umbria e Molise. E anche in altre regioni ma con casi più sporadici.
Una delle aree d’Italia in cui la variante sta circolando di più è in Abruzzo. La provincia di Pescara, insieme a quella di Chieti, è da lunedì 15 febbraio in zona rossa. Secondo le ultime stime del laboratorio di Genetica molecolare dell’Università di Chieti alla variante inglese è ormai dominante con il 65% sul totale dei contagi. In Campania un caso su quattro ormai è riconducibile al ceppo mutato, estremamente più contagioso, ed «è questa la principale motivazione per mantenere altissima la guardia e per cui si richiede un lavoro ancora più intenso di controllo sui territori e sui contatti diretti dei positivi con variante inglese», si sottolinea dall’Unità di crisi che ha diffuso i risultati dello studio di sorveglianza epidemiologica sulla variante, condotto da Istituto zooprofilattico, Tigem e Cotugno.
La diffusione della variante inglese del Covid-19 preoccupa la Puglia e alcuni sindaci stanno adottando misure più restrittive rispetto a quelle previste dalla zona gialla. «Stiamo monitorando il problema della variante inglese – ha detto l’assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco – per il momento abbiamo trovato una proporzione di casi di variante rispetto al totale dei positivi che è tra il 15 e 16%, però essendo un virus più contagioso abbiamo paura che nelle prossime settimane possa prendere il sopravvento come accaduto in altre regioni».