Vede gli altri leader, difende Speranza, smorza i toni. Salvini ha cambiato strategia comunicativa da quando la Lega siede nel governo Draghi. Quindi almeno per il momento scordiamoci i post con pane e Nutella, Salvini ha deciso che l’abito che gli calza meglio è quello di governo. «Non farò lo sfasciacarrozze del nuovo esecutivo», tranquillizza. E spiega che «questo è il momento di deporre l’ascia di guerra. Con un milione di posti di lavoro già saltati, penso che la politica debba usare il suo tempo per risolvere i problemi».
È un Salvini che si mostra “collaborativo”, che non attacca frontalmente neppure i ministri più indigesti, come Speranza e Lamorgese. «Il ministro Speranza ha vissuto un anno sotto pressione, non lo invidio, e cercheremo di sostenerlo da tutti i punti di vista», ha dichiarato Salvini. Fin dal primo minuto del governo Draghi, Salvini ha sempre parlato di «sostegno» nei confronti di alcuni ministri. Oltre che per Speranza, certamente, per Luciana Lamorgese. L’idea è ovviamente quella di affiancare sottosegretari leghisti nei ministeri che Salvini considera chiave: oltre a Interno e Sanità, anche Lavoro, Trasporti e Infrastrutture.
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Per il momento, Salvini sta ancora cercando il tono più adeguato per dialogare nel governo. E anche a questo servono gli incontri che ha avviato con i leader degli altri partiti: prima con Silvio Berlusconi, ieri con Nicola Zingaretti, oggi con Luigi Di Maio e con la titolare del ministero degli Affari regionali e Autonomie) Mariastella Gelmini. Contatti in corso anche con il “tecnico” Enrico Giovannini (Infrastrutture e Trasporti) e a stretto giro vedrà anche Matteo Renzi e forse Andrea Orlando. Con un unico obiettivo politico: rilanciare l’attitudine al “problem solving” per aumentare il consenso, come già accaduto al momento del primo governo Conte.
Sul tavolo del dialogo il leader della Lega mette temi «condivisi e non divisivi». Con il segretario Dem Zingaretti ha discusso di mercato del lavoro, difficoltà delle imprese soprattutto al Nord e della scadenza imminente del blocco dei licenziamenti. Rilancia il ponte sullo Stretto e non abbandona Quota 100. Salvini ci tiene ad apparire “proattivo”. L’uomo che ha l’ultima parola nel suo partito e che è capace di indirizzare le scelte governative. Come sul tema dell’immigrazione: «Ho chiesto al presidente Draghi un atteggiamento europeo sull’immigrazione: questo è un governo europeo? Allora comportiamoci come Spagna, Germania, Francia, Slovenia… controlliamo chi entra e chi esce e chiediamo la partecipazione dell’Europa». Salvini ci tiene a precisare che «europeista mica è un insulto, è una categoria superata, come sovranista, fascista o comunista». «Il mio obiettivo resta portare più Italia in Europa», spiega a L’aria che tira.
Ma con cautela. Alla domanda se l’euro sia davvero irreversibile taglia corto: «Di irreversibile c’è solo la morte, solo il buon Dio può decidere». L’affermazione di Salvini ha suscitato la risposta stizzita di Nicola Zingaretti: «L’Euro e l’Europa sono la dimensione dove pensare e rafforzare il futuro dell’Italia. Dovrebbe essere anche superfluo ripeterlo».
L’Euro e l’Europa sono la dimensione dove pensare e rafforzare il futuro dell’Italia.
Dovrebbe essere anche superfluo ripeterlo.
— Nicola Zingaretti (@nzingaretti) February 16, 2021