Le varianti del virus preoccupano l’Italia: la circolazione in alcune aree è ormai oltre il 60%. E ne spunta una molto rara a Napoli: «L’Istituto Pascale e l’Università Federico II hanno individuato un’altra variante del Covid-19, mai individuata prima in Italia». La nuova variante in questione si chiama B.1.525 e si pensa sia originaria della Nigeria, ma è già stata individuata in altri Paesi, tra cui Gran Bretagna, Danimarca e Stati Uniti.
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La variante è stata trovata in un «professionista di ritorno da un viaggio in Africa, dopo il tampone», si legge nella nota della regione Campania. «La sequenza del campione giunta a noi dal Policlinico Federiciano – spiega un ricercatore del Pascale – ci ha subito insospettiti perché non presentava analogie con altri campioni provenienti dalla nostra regione. Dopo un confronto con il gruppo del Reparto Zoonosi Emergenti dell’Istituto Superiore di Sanità abbiamo avuto la conferma che si tratta di una variante descritta finora in un centinaio di casi in alcuni paesi europei ed africani, ma anche negli Stati Uniti. Abbiamo immediatamente depositato la sequenza nel database internazionale Gisaid e avvertito le autorità sanitarie».
La variante B.1.525 condivide alcune somiglianze con la variante inglese e una mutazione, la E484K, presente anche in quella sudafricana, che è la caratteristica che permette al virus di sfuggire in parte agli anticorpi e indebolire l’efficacia dei vaccini. La variante B.1.525 è stata rilevata per la prima volta in Gran Bretagna a metà dicembre e si sarebbe già diffusa in 14 Paesi.
Non si conoscono le caratteristiche di questa variante, ma per analogia con la variante inglese potrebbe essere più trasmissibile e forse più letale. Riguardo alla protezione data dai vaccini in uso in Italia, per ora sappiamo solo che Moderna, Pfizer e AstraZeneca sono ugualmente efficaci contro la variante inglese, ma che AstraZeneca hanno avuto dei problemi con la variante sudafricana, con cui appunto la nuova B.1.525 condivide una mutazione specifica.