Prolungare fino al 5 marzo il blocco degli spostamenti tra Regioni, anche in zona gialla, in modo da allineare il divieto alla scadenza del Dpcm attualmente in vigore. E ragionare su un’eventuale zona arancione nazionale, da introdurre per una fase transitoria con il prossimo decreto. Sono i due interventi che il governo Draghi potrebbe mettere in campo per bloccare le varianti, che rischiano di far esplodere nuovamente il contagio.
La data chiave resta quella del 25 febbraio, quando scade il divieto di spostamento tra le Regioni. Questo sarà il vero banco di prova del nuovo governo che, di fatto, dovrà decidere se prorogare ancora una volta lo stop oppure consentire la libera circolazione su tutto il territorio nazionale. Le proposte sono diverse, quella prevalente ipotizza di mettere l’intero Paese in fascia arancione per qualche settimana in modo da arginare le varianti. Tutti chiedono un «cambio di passo» per evitare continue aperture e chiusure che disorientano i cittadini e penalizzano i titolari delle attività.
LEGGI ANCHE: Serve un nuovo lockdown? Cosa dicono gli esperti
Gli esperti invocano infatti un rafforzamento delle misure, da un lato perché, come ha spiegato Gianni Rezza del ministero della Salute, «c’è un’inversione di tendenza» nei contagi, dall’altro perché la mutazione inglese è «il 39% più contagiosa» del ceppo originario ed è già presente nel nostro Paese in un caso positivo su tre. Lo stesso ministro Roberto Speranza, a un anno esatto dal primo caso di coronavirus a Codogno, ha ricordato che «siamo ancora dentro questa sfida», soprattutto nelle aree «che in queste ore sono più colpite e fronteggiano le varianti del Covid, che sono una nuova insidia».
A spingere verso la creazione di una grande zona arancione è il governatore emiliano e presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, secondo cui servono «restrizioni omogenee» per «respingere questa nuova ondata». In una situazione segnata dalla circolazione di tre varianti del virus (inglese, brasiliana e sudafricana), senza avere la certezza che i vaccini siano davvero efficaci per questo ripo di mutazione, la linea del rigore certamente non sarà abbandonata.
L’ultimo report dell’Iss che ha fatto finire in fascia arancione l’Emilia Romagna, la Campania e il Molise evidenzia «un Rt nazionale ormai prossimo all’1 e in salita da tre settimane e un aumento dei casi e un aumento dei ricoveri in terapia intensiva (+14) che da giorni si sono stabilizzati sui duemila e non riescono a scendere». Sono in fascia arancione anche Abruzzo, Liguria, Toscana, Umbria (Perugia è zona rossa), Trento e Bolzano, ma in quelle rimaste in fascia gialla – soprattutto Lombardia e Lazio – c’è il timore per gli assembramenti del fine settimana. Ecco allora l’invito dell’Istituto superiore di sanità a «limitare al massimo gli spostamenti».